Una morte da chiarire. Giovanni Carta, nuorese trapiantato a Ottava da tempo, è deceduto a 91 anni, lo scorso giovedì 13, nel reparto di Geriatria dell’ospedale Santissima Annunziata al termine di un ricovero iniziato sabato 8 novembre. «L’abbiamo portato al Pronto soccorso - riferisce Ivan, uno dei tre figli - perché vomitava e aveva dei problemi intestinali. Abbiamo fatto presente che soffriva di demenza senile, per quanto fosse autonomo, e camminasse tutti i giorni a lungo». Per questo motivo i sanitari fanno firmare loro una liberatoria che consentisse al personale di legarlo. Il giorno dopo i parenti vengono informati al telefono che la tac aveva evidenziato un ematoma nel cervello dell’anziano e i sanitari chiedono se questi sia caduto a casa ricevendo una risposta negativa. «Alla fine siamo riusciti a vederlo di persona, e presentava ecchimosi sul volto e le braccia graffiate. Ci è stato detto che erano dovute al fatto che aveva sbattuto il capo sulla sponda della barella».

La denuncia

Una versione che non convince i figli i quali pensano che, invece, Carta sia caduto dalla lettiga, ipotesi negata dal personale. «Lo hanno ricoverato in Geriatria - continua Ivan - Lì ho sentito una persona sostenere invece quanto dicevamo noi». Nel frattempo il 91enne peggiora, ha difficoltà a parlare, la lingua è impastata e il livido si è diffuso su buona parte del volto e permane la vistosa ferita sul sopracciglio. A quel punto l’altro fratello, Marco, presenta denuncia ai carabinieri, dichiarando tra l’altro che il genitore sembra versare in uno stato vegetativo, incapace ormai di alzarsi. «Si lamentava per i dolori e, su nostra insistenza - ricorda Ivan – gli hanno fatto una radiografia scoprendo che aveva due vertebre rotte». Per il figlio un trauma simile è incompatibile con l’urto asserito sulla sponda del letto, anche per i sintomi che mostrava il padre il quale, purtroppo, perde la vita a sei giorni dal ricovero. «Ci hanno chiamato all’alba dicendo che “signor Giovanni non respirava più”».

Le indagini

Ma da quel corpo la Procura della Repubblica, e la pm Erica Angioni, vogliono risposte e hanno per questo deciso il sequestro delle cartelle cliniche e disposto l’autopsia da compiere nei prossimi giorni. A occuparsi delle indagini sono i carabinieri che, sembrerebbe, abbiano anche acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza. «Vogliamo che sia fatta luce - conclude Ivan - e, se si è sbagliato qualcosa, non vogliamo che ricapiti».

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