Dopo il caso di Legionella a Cheremule, la Asl di Sassari ha richiesto le analisi sui test della Legionella per rilevarne la presenza negli impianti idrici e aeraulici, frequentati dalla paziente attualmente ricoverata nel reparto di Rianimazione delle cliniche di San Pietro a Sassari.

La donna di 47 anni, originaria di Mores ma residente a Cheremule, era finita all’ospedale di Ozieri dopo aver avvertito i primi sintomi con febbre alta e difficoltà respiratorie. L’aggravarsi delle sue condizioni di salute aveva costretto i medici a disporre l’immediato ricovero presso il reparto di terapia intensiva delle cliniche di Sassari, dove i medici si riservano di sciogliere la prognosi non prima delle prossime 48 ore.

I fatti.  Domenica notte i familiari della donna segnalano il suo ricovero urgente al sindaco di Cheremule, Salvatore Masia, indicando tra i luoghi frequentati anche la piscina comunale, oltre ad altri vari spostamenti dove la paziente svolgeva il servizio di pulizia.

Lunedì successivo a seguito della segnalazione della Asl di Sassari, che aveva ricevuto comunicazione dal reparto dell’ospedale di Sassari, l’amministrazione comunale chiude la piscina in via precauzionale, una decisione presa dal primo cittadino per motivi di sicurezza. Dalle verifiche effettuate dal gestore della piscina, in stretta collaborazione con la Asl di Sassari, risulta perfettamente rispettato il Piano di controllo e il Documento valutazione rischi.

Martedì i rilievi da parte dei tecnici del Servizio igiene e sanità pubblica-Asl di Sassari. Mercoledì si decide comunque di avviare una disinfezione termica nell’impianto, compresi gli spogliatoi e le docce non utilizzate. Giovedì la riapertura della piscina al pubblico. Il sindaco chiede la conferma ufficiale all'Azienda Sanitaria locale che in una nota assicura che non c'è correlazione tra il caso di legionellosi e l'utilizzo della struttura, la cui acqua viene regolarmente trattata e controllata e i cui parametri sono perfettamente nella norma. 

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