Nei nuovi piani di Eni Rewind spunta il conferimento delle acque Taf-Trattamento acqua di falda- direttamente a mare, come autorizzato dagli enti preposti, oltrepassando il depuratore del Consorzio industriale provinciale di Sassari che ha il compito di trattare le acque reflue prodotte dai residui impianti dello stabilimento Eni. La decisione accende i contrasti tra il colosso industriale e il Comune di Porto Torres che esprime parere negativo al procedimento, in occasione della conferenza di servizi, un'operazione che consentirebbe al gruppo Eni di scaricare direttamente, nello specchio acqueo del porto, le acque trattate nei processi di bonifica, emunte dai pozzi piezometrici, e le acque di dilavamento meteorico della barriera.

L’Ente comunale ha messo in evidenza i rischi sulla possibilità di accertare la natura di fenomeni di inquinamento che ne potrebbero derivare, bypassando il depuratore del Cipss che ha espresso a sua volta parere contrario. Per Eni un risparmio di risorse economiche, per il Consorzio industriale una perdita in termini economici notevole e il pericolo di non poter garantire i posti di lavoro. Il conferimento nel mare del porto delle acque trattate da Eni Rewind, infatti, avviene attraverso il depuratore consortile gestito da Asa srl, società in house del Consorzio industriale. Per Eni le acque trattate avrebbero un profilo analitico più che buono, acque pulite come confermato dagli Enti preposti, quali Arpas e Ispra, che hanno autorizzato la procedura.

«Sono due i livelli di preoccupazione su questo tema- osserva Gianfranco Murtinu, segretario territoriale Filctem Cgil – il primo legato al calo del conferimento di migliaia di metri cubi di volumi dei reflui che si ripercuoterà sulle fatture di Asa, la società che risentirà del principale sostentamento derivante da Eni. Con questa consapevolezza Asa, si stava attrezzando con progetti di altro genere per contenere le perdite prospettate, una tenuta della società che ci preoccupa per lo stato dei lavoratori». Alcune quote di volumi sono utilizzate all’interno dell’azienda Eni Rewind, dopo essere state monitorate da società esterne, per produrre acqua demineralizzata destinata ad usi industriali e chimici e distribuita alle controllate di Eni, Versalis e Matrìca.  

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