Fiume Santo, Uiltec: «Transizione a rischio, servono scelte chiare»
C’è incertezza sul futuro della centrale termoelettricaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
C’è incertezza sul futuro della centrale termoelettrica di Fiume Santo alimentata a carbone che ritorna al centro del dibattito industriale ed energetico sardo.
La Uiltec rilancia l’allarme sul problema della riconversione dell’impianto a gas nel quadro del phase-out imposto a livello nazionale.
«La centrale di Fiumesanto, gestita da Ep Produzione, rappresenta un presidio fondamentale per la sicurezza energetica del Nord Sardegna e dell’intera Isola. È un impianto che, per potenza installata, collocazione geografica e ruolo nella rete, continua a essere essenziale per assicurare stabilità al sistema elettrico sardo, soprattutto nel delicato percorso di uscita dal carbone previsto a livello nazionale», ribadisce la Uiltec, sollecitando il Governo a dare risposte certe sul destino della centrale del Nord Ovest.
«L’ultimo Dpcm che disciplina il phase-out dal carbone inserisce anche la nostra isola in un processo di profonda trasformazione energetica. In questo scenario, la centrale di Fiumesanto può e deve essere riconvertita a gas – sottolinea la Uiltec -, così da garantire continuità produttiva, sicurezza della rete e un futuro industriale credibile per il sito. È una scelta che non riguarda solo la tecnologia, ma la vita professionale di centinaia di lavoratrici e lavoratori diretti, a cui si sommano le numerose realtà dell’indotto».
Secondo la Uiltec il vero nodo oggi è la decisione di Terna, gestore unico della rete nazionale. «Da tempo chiediamo che venga riconosciuto senza ambiguità il ruolo strategico di Fiumesanto all’interno della programmazione elettrica della Sardegna – precisa il sindacato -. Senza questa scelta, non ci sarà alcun percorso certo verso la riconversione.» «Il Governo non può restare spettatore – sottolinea la Uiltec -. Non c’è più tempo da perdere, serve un intervento politico autorevole e tempestivo affinché Terna assuma una posizione chiara sul futuro di Fiumesanto, riconoscendone il valore strategico anche nella futura configurazione a gas. È necessario che i Ministeri competenti aprano urgentemente un confronto diretto con l’azienda e con la Regione Sardegna, perché la transizione energetica deve essere gestita e accompagnata, non subita. Senza una cabina di regia nazionale, si rischia di compromettere la sicurezza del sistema elettrico dell’isola».
La transizione deve essere inserita nel quadro della direzione della salvaguardia dei posti di lavoro. «Per queste ragioni chiediamo che la centrale sia riconosciuta come infrastruttura strategica – aggiungono - nella fase di superamento del carbone e che la riconversione venga accompagnata da un progetto industriale serio, sostenibile e garantito».
La Uiltec chiede. infine, «che venga avviato un confronto stabile tra Governo, Regione, Ep Produzione e organizzazioni sindacali, affinché siano condivise le tappe, le tecnologie e gli impegni occupazionali legati al futuro del sito. Le lavoratrici e i lavoratori di Fiumesanto non possono essere lasciati nel limbo. A loro, e a tutto il territorio del Nord Sardegna, la Uiltec deve e vuole garantire certezze».
