Assalto alla Mondialpol, i banditi hanno sparato almeno 150 colpi: «Il caveau non è stato espugnato»
Carabinieri e guardie illesi per miracolo. Caccia ai malviventi: una ventina, armati fino ai denti. Bottino di svariati milioni di euroUna ventina di banditi armati fino ai denti, vestiti con mimetiche e giubbotti anti-proiettili, con il volto coperto. Pronti a uccidere. Operazione in stile militare con auto rubate, decine di proiettili sparati, roghi di vetture e chiodi sparsi per strada.
«Erano quattro macchine tutte attaccate e un tir con un escavatore. Ho pensato, staranno andando a lavorare». Così Patrizia, residente in via Caniga, periferia di Sassari, ha assistito in diretta, ieri alle 20.08, all’assalto di un commando armato contro il caveau della Mondialpol.
Un venerdì sera di fine giugno di guerra a Sassari. Tutto è stato studiato nei minimi dettagli, a partire dalla tempistica del colpo, arrivato a due giorni dalla consegna delle pensioni. Che assicurano dall’istituto di vigilanza, non sono state toccate.
Appena giunti sul luogo scelto per la rapina, i ladri cominciano a sparare contro la torretta, impedendo qualsiasi risposta dei vigilantes: la polizia scientifica ha rinvenuto circa 150 bossoli di armi corte (come le pistole) e a canna lunga (come i kalashnikov). Nel frattempo portano la pala meccanica nel campo accanto al muro di cinta. Con questa sfondano il muro interno, lasciando intatto quello esterno, e penetrano attraverso una scala spaccando il vetro della finestra all’ultimo piano.
Un’operazione documentata dai numerosi video diffusi sui social che, in tempo reale, registrano il movimento della pala che, con movimenti rapidi e precisi, preleva tra i sei e i sette sacchi, e li porta fuori dall’istituto. Un bottino ingente, che ammonta probabilmente a qualche milione di euro, o almeno così qualcuno prova a ipotizzare.
Ma il caveau, precisano dalla Mondialpol di Sassari, non è stato espugnato. «I nostri sistemi di sicurezza - si legge in un comunicato - hanno complessivamente retto alla violenza dell’attacco e i malviventi sono riusciti a impossessarsi solo di una parte del denaro contante presente in sede, e non del contenuto del caveau. Il locale blindato, che costituisce il cuore dell’edificio, non è stato espugnato».
Mentre agisce il braccio meccanico, un uomo spara poi contro l’interno della Mondialpol e, sul tetto dell’escavatore, guida il passaggio dei soldi urlando ordini mentre i sacchi vengono depositati in un mezzo disposto sotto di lui. Dopo circa dieci minuti dall’inizio del blitz sopraggiunge una macchina dei carabinieri contro cui i malviventi sparano diverse pallottole. Il cofano viene crivellato dai colpi che perforano il motore da cui comincia a uscire la benzina. I militari riescono a uscire in tempo prima che la macchina si incendi e rispondono all’aggressione. Nessuno di loro, ed è quasi un miracolo, rimarrà ferito dallo scontro a fuoco.
Per coprirsi la fuga, i malviventi incendiano diverse auto, ne lasciano un'altra poco prima del passaggio a livello che conduce verso via Caniga, e lungo la 131 spargono chiodi che bucano le ruote di decine di macchine.
I banditi hanno modificato anche il Fiat Ducato usato per fuggire con il bottino: è stato infatti tagliato il tetto per scaricare direttamente dentro i sacchi con il braccio dell'escavatore, lasciato poi sul luogo dell'assalto.
Scatta subito la caccia delle forze dell’ordine, guidata dalla polizia di Stato, che si avvale anche degli elicotteri oltre alle autovetture in servizio.
Malviventi addestrati, pronti a correre rischi enormi in pieno giorno, a ingaggiare un conflitto a fuoco con le forze dell’ordine e a uccidere. È davvero un caso che non si siano registrati feriti, ed è l’unica notizia positiva della serata. Il vigilante sulla torretta salvato dal vetro antiproiettili, i carabinieri dal parabrezza dell’auto che ha retto l’urto dei colpi.
È la terza volta in pochi anni che il caveau della Mondialpol di Caniga viene assaltato, nel 2018 il colpo fruttò 10 milioni di euro. Ed è di appena cinque mesi fa l’assalto al portavalori a Siligo.