Oltre 15 anni di reclusione per i quattro accusati della procurata evasione di Johnny lo Zingaro, il 5 settembre 2020, quando non rientrò nel carcere di Bancali dal permesso premio.

A chiedere le condanne, questo pomeriggio in aula d’assise a Sassari, il pubblico ministero Erica Angioni al termine della seconda parte della sua arringa iniziata nella precedente udienza del 15 giugno.

Secondo il pm sarebbero provate oltre ogni ragionevole dubbio le responsabilità di Gabriele Grabesu, Cristian Loi, Giovanna Truzzi e Lorenzo Panei nella preparazione della fuga di Mastini oltre che nella sua latitanza di 10 giorni nel casolare di località Zinziodda nel sassarese dove fu ritrovato dalla polizia di Stato.

«Un contributo determinante quello degli imputati - secondo l’accusa – sia in termini logistici, di trasporto e sostegno morale senza il quale l’evento non si sarebbe realizzato».

Grazie anche all’uso di «utenze telefoniche citofono» intestate ad altre persone attraverso le quali alcuni degli imputati, nella ricostruzione del pubblico ministero, comunicavano con Johnny sia prima della fuga che durante il periodo di clandestinità.

Per Truzzi, difesa dall’avvocato Silvio Toccafondi, e Grabesu, assistito dal legale Marco Palmieri, la richiesta è stata per entrambi di 5 anni; per Loi, l’avvocato è Stefano Porcu, 3 anni e 4 mesi, per Panei, difeso da Paolo Spano e Marco Piras, 2 anni e 8 mesi per favoreggiamento personale. La giudice Elena Meloni ha calendarizzato per luglio la discussione delle difese.     

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