"Con una certezza di oltre il 90 per cento la sera dell'8 maggio 2015 vidi Stefano Masala". Sono le parole messe a verbale il 14 maggio di tre anni fa dai carabinieri a Pattada e pronunciate da Girolamo Becciu, operatore agricolo del paese. Parole che l'uomo ha confermato ieri davanti alla Corte d'Assise di Nuoro nel processo sugli omicidi di Gianluca Monni, di Orune, avvenuto la mattina dell'8 maggio 2015, e di Stefano Masala, scomparso la sera prima a Nule. Di quei delitti è stato chiamato a rispondere Alberto Cubeddu, 21 enne di Ozieri, cugino del nulese Paolo Enrico Pinna, già condannato in secondo grado a 20 anni.

La deposizione di Becciu è tra quelle più significative fatte ieri. L'uomo, chiamato a deporre dalla difesa dell'imputato, rappresentata dagli avvocati Patrizio Rovelli e Mattia Doneddu, non ha tentennato. "Ero con mia moglie, rientravamo a Pattada. Eravamo in zona Sa Rada. Un'auto mi seguì prima a fari spenti, poi li accese. Pensai avesse problemi, mi fermai per chiedere se avesse bisogno d'aiuto. L'uomo al volante mi disse di no. Sembrava spaventato. Era una vettura grigia, poi andai a casa".

Erano le 21 e 30 dell'8 maggio 2015. Becciu sei giorni dopo riconobbe - "oltre il 90 per cento" - quell'uomo in Stefano Masala. Il testimone, incalzato dal pm Andrea Vacca, ha sottolineato che fu un incontro veloce. E non notò nessun altro dettaglio. Che era già calato il buio e c'era un lampione che illuminava la via.

La mattina del 9 maggio, il giorno dopo quell'incontro, Becciu uscì presto. Tornò nel pomeriggio a casa. Fu allora che un conoscente, Gavino Cherchi, lo raggiunse a casa e le mostrò due foto di Stefano Masala, una con gli occhiali e una senza.

"Io ancora - ha raccontato Becciu - non sapevo della sua scomparsa. Non acquisto giornali. La prima foto non lo rassomigliai, nella seconda dissi che mi sembrava lui, perché il ragazzo che incontrai la sera non aveva occhiali".

Becciu raccontò tutto il 10 maggio ai carabinieri di Benetutti. Poi il 14 maggio, a Pattada, in un fascicolo fotografico preparato dai militari, avvenne il riconoscimento di Masala "con una certezza di oltre il 90 per cento", disse.

Quell'incontro per la difesa è fondamentale, avvenne a pochi chilometri da dove fu trovata l'Opel bruciata dei Masala. Nessun nesso, invece, per l'accusa e le parti civili. Quel ragazzo non era Masala, l'incontro avvenne al buio e Becciu vide le foto di Stefano prima che l'uomo le riconoscesse nel fascicolo preparato dai carabinieri. Solo un riconoscimento da suggestione.

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