Due bimbe, di un anno e mezzo e poco più di due anni, stanno crescendo dietro le sbarre del carcere di Bancali con le rispettive giovani mamme, entrambe di etnia rom.

A denunciare una situazione definita "inaccettabile" è Maria Grazia Caligaris, presidente dell'Associazione Socialismo Diritti Riforme, che sottolinea "la necessità di un intervento del Garante nazionale delle persone private della libertà affinché si faccia chiarezza sulle ragioni per le quali l'Istituto a Custodia Attenuata per Madri Detenute sardo non entra in funzione".

Caligaris sottolinea come, dopo il processo, in Sardegna le giovani madri vengano detenute in "istituti di pena senza tenere conto del minore, spesso di pochi mesi di vita".

Una condizione che rappresenterebbe "una violazione delle norme inaccettabile": "La legge è chiara su questo punto ma anche il buon senso impone una riflessione. Bambine in così tenera età richiedono spazi idonei al loro sviluppo fisico e psichico. I condizionamenti derivanti dalla vita in cella, regolamentata secondo standard organizzativi rigidi, incidono profondamente sulla crescita e sulla formazione del carattere. I mesi estivi inoltre pesano sulla esistenza di queste innocenti in modo ancora più pesante", continua la presidente di Sdr.

Caligaris chiede alle istituzioni di cercare "una sistemazione alternativa alle detenute madri e alle bambine, anche perché la presenza in un istituto come quello di Sassari-Bancali con 441 detenuti (92 in regime di 41 bis), 143 stranieri e 17 donne, richiede una particolare attenzione igienico-sanitaria per le piccole che devono essere costantemente visitate dal pediatra".

(Unioneonline/F)

© Riproduzione riservata