Bonorva, il sindaco rivela: « Io indagato, ma estraneo alla vicenda»
Con una funzionaria dei Servizi Sociali è stato rinviato a giudizio per presunta omissione della procedura corretta disposta per garantire assistenza a un’anziana del paesePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il sindaco di Bonorva, Massimo D’Agostino, insieme a una funzionaria dei Servizi Sociali, è stato rinviato a giudizio per presunta omissione della procedura corretta, disposta per garantire assistenza adeguata a una utente del paese.
Una decisione presa dalla pm dopo che, alcuni mesi fa, il primo cittadino e la dipendente comunale erano stati raggiunti da un avviso di garanzia emesso dalla Procura della Repubblica di Sassari.
Il sindaco ha informato la sua comunità con un post sulla sua pagina social. L'indagine sarebbe scaturita da un esposto, che riguardava il presunto abbandono di una anziana signora da parte della nipote.
«Questioni riguardanti una evidente diatriba familiare, piuttosto che l'operato dell'amministrazione, mai menzionata nella denuncia», sottolinea D’Agostino. La Procura ha ritenuto opportuno estendere le indagini, coinvolgendo sia una funzionaria del Comune di Bonorva sia lo stesso sindaco, «per una eventuale responsabilità oggettiva sull'operato della funzionaria». Ma spiega: «Le verifiche e le valutazioni che abbiamo fatto nelle settimane successive, unitamente agli esiti degli accertamenti effettuati dagli investigatori, comprese diverse visite alla signora, hanno sempre confermato, secondo noi, l'impeccabile comportamento della funzionaria, che ha sempre agito a norma di legge e tutelando il bene della cittadina».
D’Agostino sottolinea dunque la “stranezza”: «Sono stato chiamato a rispondere perché ritenuto comunque responsabile in presenza di eventuali procedure, omesse o anomale, condotte da una mia funzionaria. Posto che rivendico nella maniera più assoluta la correttezza e l'efficacia del comportamento della mia collaboratrice, la cui professionalità e la scrupolosa adesione alla norma sono ben noti, vi immaginate il sindaco di Milano o di Roma, se dovesse essere responsabile di ogni singolo comportamento dei loro centinaia di funzionari?»
E aggiunge di avere al massima fiducia nella magistratura . «Siamo convinti che l'esito del procedimento non potrà che confermare la correttezza del comportamento della funzionaria e la mia totale estraneità alla vicenda». Certo, davanti a situazioni di questo tipo, «è facile intuire la responsabilità propria in capo a ogni sindaco ma anche l'ambigua legislazione italiana che da un lato pretende la nomina dei responsabili e dall'altra ritiene comunque il sindaco responsabile del comportamento dei suoi funzionari». Poi conclude: «Non resta che attendere la fine di questo ennesimo calvario e continuiamo a lavorare per il bene della nostra comunità».