Montagne di pezzi di legna e plastica accumulati sulle coste dell'Isola dell'Asinara. Nei giorni scorsi sono iniziate le operazioni di rimozione del materiale, finito sulle spiagge del parco nazionale, insieme ad altri rifiuti abbandonati in fondo al mare.

L'attività permette di recuperare mediamente circa 5mila chili di plastica all'anno per un volume pari a circa 80 metri cubi e consente di mantenere l'isola in condizioni ottimali per i visitatori e per la flora e la fauna che vivono nelle zone marine più superficiali. In alcune aree si trova di tutto: materiale legnoso, polistirolo, cime, parabordi, e persino una canoa gonfiabile. "L'iniziativa è inserita all'interno del progetto internazionale 'Clean Sea Life' - spiega il direttore Vittorio Gazale - inquadrato nell'ambito dei finanziamenti europei Life di cui il Parco nazionale dell'Asinara è capofila".

Le operazioni di recupero dei rifiuti avvengono sia a mare tramite raccolta manuale con coppo, sia sul litorale ad opera degli addetti contrattualizzati nel progetto. Durante le mareggiate invernali i circa 110 chilometri di costa dell'Isola dell'Asinara, in particolare l'interno delle piccole cale, divengono luoghi di deposito naturale dei rifiuti galleggianti, che vengono trasportati dalle correnti. Il battello spazzamare è impiegato per la bonifica di queste zone di deposito con l'ausilio di una piccola imbarcazione, usata come mezzo di appoggio per trasferire sul mezzo i rifiuti raccolti a terra. Le operazioni di pulizia avvengono in stretta collaborazione con la Capitaneria di porto di Porto Torres e il corpo forestale della Regione, che offrono supporto per alcuni interventi di rimozione di attrezzi posizionati in zone di non prelievo o persi dagli operatori del settore.
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