«Cara Eccellenza, caro don Corrado, le notizie divulgate in questi giorni mi hanno addolorato e stordito più di quanto potessi immaginare. Sono momenti di smarrimento e anche di ribellione contro chi formalizza accuse che nel profondo del cuore sappiamo non essere vere».

Inizia così una lettera inviata dal cardinale Angelo Becciu al vescovo di Ozieri mons. Corrado Melis, indagato col fratello del porporato, Antonino, e altre sette persone nell'inchiesta della procura di Sassari per presunti casi di riciclaggio e peculato.

«Qualcuno mi ha sconsigliato di scriverti - si legge nella lettera di Becciu, datata 14 marzo - per non compromettere la mia situazione di condannato. È un consiglio che rifiuto. Un consiglio che non posso accettare. Anzi, l'essere stato ingiustamente condannato mi rende più libero di esprimermi. Nessuna condanna mi può impedire di essere cristiano, di parlare liberamente e di alzare la voce per esprimere solidarietà a chi soffre».

E prosegue: «Quando si è innocenti si ha il dovere - e non solo il diritto - di testimoniare la verità, senza tatticismi di sorta». «Per esperienza - continua - so quanto bene facciano all'anima la vicinanza e la solidarietà dei fratelli nella fede!». «La sofferenza tua è mia - scrive ancora il cardinale -, è dei sacerdoti, delle consacrate, dei fedeli della diocesi e di tutte le persone che ti conoscono».

«Chi ti conosce sa bene con quale dedizione vivi il tuo impegno pastorale riservando agli ultimi e agli emarginati “la prima fila” non solo del cuore ma anche nelle opere quotidiane». «Ci hai dato in questi anni l'esempio del coraggio e della dedizione totale verso il gregge che Papa Francesco ti ha affidato - aggiunge -. Sono certo che anche in questo difficile momento sarai di esempio nell'affrontare a testa alta la prova che ti è data da vivere».

Il porporato sardo ricorda quindi che «si avvicina la settimana santa, giorni in cui contempleremo Colui che con dignità, con amore ha affrontato le peggiori umiliazioni che l'essere umano potesse soffrire. Sarà di esempio e di forza per te, come lo è stato sempre in questi anni per me e per tutti coloro che sono provati dalle sofferenze e dalle ingiustizie della vita». Secondo Becciu, «la stessa Pasqua ci ricorda che la storia di ogni uomo non finisce il Venerdì Santo ma nello splendore della Verità!». «Prego per te e per i tuoi collaboratori coinvolti nella vicenda giudiziaria», conclude.

Secondo l'accusa, il vescovo Melis e gli altri indagati avrebbero fatto confluire fondi dell'8 per mille destinati alla Diocesi di Ozieri nei conti correnti della cooperativa Spes, di cui è responsabile il fratello di Becciu, Antonino. Gli atti della Procura parlano di una somma complessiva pari a oltre 2 milioni di euro arrivati nella disponibilità della Spes nell'arco temporale compreso fra il gennaio 2013 e il febbraio 2023.

(Unioneonline/D)

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