Oltre 20 persone, tra ispettori, agenti, medici, del carcere di Bancali sarebbero state calunniate e minacciate dal presunto boss della cosca siracusana Alessio Attanasio.

Venerdì scorso l'apertura del processo, in tribunale a Sassari davanti alla giudice Silvia Masala, a carico del 53enne imputato per una serie di episodi che sarebbero avvenuti tra il 2015 e il 2017 nella struttura del capoluogo turritano. Il procedimento nasce anche come conseguenza delle diverse querele indirizzate dallo stesso Attanasio contro le parti offese in cui, a sua volta, le accuse di presunti reati quali tortura, abuso d'ufficio, falso ideologico o mancata assistenza medica. Denunce che il procuratore della Repubblica ha ritenuto infondate iscrivendo d'ufficio l'uomo nel registro di reato per calunnia.

L'imputato, al momento non detenuto a Bancali, è stato condannato da due sentenze, trent'anni l'una, per due omicidi, dopo averne già trascorsi 20 in prigione al 41 bis. Difeso dall'avvocata Maria Teresa Pintus, Alessio Attanasio nei suoi anni di detenzione ha conseguito due lauree, in Scienza della Comunicazione e in Giurisprudenza, e dal 2017 ha presentato oltre un migliaio di ricorsi in Cassazione.

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