Bambino morto di peritonite a Sassari, i consulenti del pm: «Un intervento lo avrebbe salvato»
Secondo gli esperti il piccolo Mattia Cabras, tre mesi, aveva delle possibilità di superare la crisi e guarireAnsa
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Il piccolo Mattia Cabras aveva delle possibilità di superare la crisi e guarire, ma doveva essere operato subito, l’intervento chirurgico era indispensabile per salvagli la vita.
Sono queste le conclusioni dei periti, sentiti dai giudici nel processo aperto a Sassari sul decesso del bambino di tre mesi di Arzachena, vittima di un presunto caso di malasanità il 31 ottobre del 2021.
I consulenti Salvatore Lorenzoni (direttore dell’Istituto di Medicina Legale di Sassari) e il professore Girolamo Mattioli (responsabile della Chirurgia Pediatrica dell’Ospedale Gaslini di Genova) sono stati citati dal pubblico ministero.
I due specialisti hanno parlato del piccolo morto all’età di tre mesi a causa di una peritonite (shock ipovolemico). Sotto accusa c’è uno specialista di Chirurgia Pediatrica della Aou di Sassari. Lorenzoni e Mattioli hanno spiegato che quando il bambino arrivò a Cagliari era già troppo tardi. Non sarebbe stato effettuato un intervento urgente «di esplorazione della cavità addominale» per una successiva «rimozione di una occlusione».
In sostanza, secondo i consulenti sentiti dai giudici, «non fu impedita la peritonite con conseguente shock ipovolemico». Esattamente quanto sostenuto dall’avvocata di parte civile, Daniela Ungaro. Il processo riprenderà a breve.