Si avvia alla conclusione il processo “Arcadia” in tribunale a Sassari. Nel procedimento, iniziato nel 2014, sono imputate 17 persone (una nel frattempo è deceduta) accusate di associazione sovversiva con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico.

L’udienza di oggi, davanti al collegio presieduto da Massimo Zaniboni, a latere Giancosimo Mura, con la giuria popolare, ha visto la testimonianza di Erik Madau, portavoce di A Manca pro s’Indipendèntzia, uno dei due circoli che, secondo le accuse, avrebbero fatto da «schermo pubblico a chi aderiva all’associazione eversiva».

Il teste ha risposto alle domande dei difensori ripercorrendo la storia dell’organizzazione della sinistra indipendentista, rimarcando la linea politica del partito. E proprio questa è stata rivendicata da Madau, riferisce l’associazione Libertade, «di ispirazione marxista leninista, e tesa alla affermazione del diritto di autodeterminazione del popolo sardo sino alla sua indipendenza». Il testimone ha sottolineato come tutto questo comportasse «tatticamente condurre la nazione sarda (nell'accezione di questo termine così come definita da Stalin) ad arrivare ad una piena consapevolezza e coscienza sino alla creazione delle condizioni per porre in essere un referendum di affermazione della volontà del popolo sardo di formare una propria repubblica indipendente».

L’attività della Manca, conclude «era pubblica e mai occulta e non teorizzava la lotta armata come strumento per arrivare alla liberazione della Sardegna». Il 5 maggio si terrà la prossima udienza in cui verranno sentiti altri testimoni delle difese degli imputati.

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