Spossati, disorientati, ma anche felici di trovare un approdo sicuro. Sono soprattutto donne e bambini i 26 profughi dell'Afghanistan arrivati a Sassari intorno alla mezzanotte dopo un lungo e faticoso viaggio. Sono stati accolti nella Casa delle Figlie della Carità di via Solari, opportunamente preparata per ospitare gruppi di famiglie e singole persone.

Il sorriso di suor Andreana e delle altre suore della comunità ha contribuito a trasmettere serenità in questa prima fase, per assicurare ai rifugiati un'accoglienza in una dimensione domestica e familiare. All'arrivo del pullman erano presenti diversi responsabili delle strutture diocesane che stanno lavorando insieme nel progetto: don Gerolamo Derosas (Caritas), don Marco Carta e Mirko Casu (Centro pastorale diocesano), don Giuseppe Faedda e Antonello Canu (Fondazione Accademia Casa di popoli, culture e religioni). La cena è stata preparata da una mamma siriana, arrivata a Sassari dal Libano un anno e mezzo fa insieme al marito e ai suoi tre figli, attraverso i corridoi umanitari, e seguita dalla Caritas diocesana. Sarà lei a occuparsi della cucina in questi primi giorni.

Per garantire un'effettiva accoglienza, la Diocesi di Sassari ha chiamato alcuni mediatori linguistici. Soltanto pochi profughi conoscono l’inglese mentre uno di loro parla qualche parola di italiano. I diversi servizi verranno assicurati dall’Accademia Casa di popoli, culture e religioni.

Oggi si avvieranno le pratiche per l’asilo. Tutte le attività relative al progetto di accoglienza vengono svolte in sinergia con il Prefetto di Sassari, Maria Luisa D’Alessandro.

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