Aou di Sassari, Salaris (Riformatori): «In Neurochirurgia la situazione è fuori controllo»
Il reparto è «chiuso per le urgenze e funziona con appena due medici». Chiesto un intervento della Giunta ToddePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Fuori controllo». Così il consigliere regionale dei Riformatori Sardi Aldo Salaris definisce la situazione della struttura complessa di Neurochirurgia dell’Aou di Sassari. «Oggi, di fatto- afferma- il reparto è chiuso per le urgenze e funziona con appena due medici: il direttore e un dirigente sanitario. Un quadro drammatico, che mette a rischio chi, dal pronto soccorso di Sassari, Alghero e altre strutture del territorio, dovrà essere trasferito a Nuoro o a Cagliari».
Salaris sostiene di avere già interrogato sul tema la giunta regionale, rimarcando come dai dati ufficiali emerga che, a fronte di una dotazione organica prevista di 16 unità, il reparto conta solo su 5 specialisti di ruolo, di cui tre assenti per malattia di lunga durata ed esonerati dalle coperture notturne e dalla reperibilità. In pratica si ha una scopertura strutturale pari a circa il 65%. «Il risultato – evidenzia Salaris – è un reparto ridotto allo stremo, zoppo e con professionisti sottoposti a turni massacranti. Avevamo già esposto il rischio e oggi non c’è più tempo per analisi o statistiche: la Giunta Todde ed in particolare l’Assessore Bertolazzi deve necessariamente rispondere con fatti concreti e risolutivi».
L’esponente dei Riformatori evidenzia anche alcune, a suo parere, contraddizioni come ad esempio la richiesta di sostegno da parte dei dirigenti medici della Neurologia della Aou di Sassari non abbia avuto seguito per asserita mancanza di affinità tra le due discipline, mentre risulta che in più occasioni coperture in prestazione aggiuntiva dei neurochirurghi di altri centri ospedalieri siano state garantite da un neurologo. «Non si comprende – prosegue Salaris – come mai tale possibilità venga negata a Sassari. Ciononostante l’Hub di Sassari ha comunque garantito le attività nei mesi estivi, registrando persino un aumento di interventi di alta complessità, con impegni insostenibili e rischi enormi sul piano clinico e medico-legale. È inaccettabile che un presidio fondamentale per la sanità del centro-nord Sardegna venga lasciato in questa condizione di precarietà assoluta».