Alghero, accusati di omicidio colposo: assolti due medici
Il paziente si presentò al Pronto soccorso con forti dolori addominali. Rimandato a casa, è poi morto per uno shock setticoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Nel 2018 un padre 90enne si presentò al pronto soccorso dell’Ospedale Civile di Alghero con il proprio figlio 42enne, con disabilità, in preda a forti dolori addominali. Il genitore è il suo tutore legale e chiede che lo aiutino ma su come affrontare l’emergenza il medico del pronto soccorso e il chirurgo specialista sono in disaccordo. Il primo vuole il ricovero del paziente, il secondo prescrive alcuni clisteri e che la persona ritorni il giorno successivo nella struttura. Intanto la radiografia fatta riscontra, tra le altre cose, «abbondanti ubiquitari grossolani residui fecali con probabili fecalomi». Il padre segue l’indicazione del chirurgo e ritorna il giorno dopo con il figlio e, nella stessa giornata- il 26 settembre 2018, a casa propria, il 42enne perde la vita a causa, così evidenzierà l’autopsia, di uno «shock settico da imponente ristagno fecale». Tanto che l’esame degli anatomopatologi rivelerà un contenuto di feci da 2 kg e mezzo nell'apparato digerente.
I due medici, di 58 anni il professionista del pronto soccorso e di 71 l’altro, finiscono a processo con l’accusa di omicidio colposo perché, secondo l’imputazione, avrebbero cagionato la morte dell’uomo. Oggi in tribunale a Sassari si è concluso il processo in cui l’accusa era sostenuta dal pm Paolo Piras che aveva sollecitato per il chirurgo la pena di un anno e 4 mesi chiedendo invece l’assoluzione per l’altro imputato. Decisione nel secondo caso sostenuta anche dagli avvocati di parte civile Gianni Spano e Stefano Carboni, che rappresentavano i due fratelli del deceduto- il padre nel frattempo è scomparso- ma si sono soffermati sulla presunta responsabilità dello specialista.
Indicandolo come la persona che avrebbe dovuto optare per il ricovero e l’operazione chirurgica sul malato. Di tutt’altro avviso le difese del 71enne, gli avvocati Marco Costa e Rita Dedola, secondo cui il proprio assistito si era comportato in modo corretto. Ad assistere il medico più giovane il legale Elias Vacca mentre a rappresentare il responsabile civile dell’Asl era l’avvocato Renato Figari. Al termine della Camera di consiglio il giudice Antonio Spanu ha assolto entrambi gli imputati perché il fatto non costituisce reato.