Gli è andata bene. Anzi, benissimo. Due anni e otto mesi di reclusione per aver accoltellato l'amico al fianco, lesionandogli il fegato e rischiando di mandarlo al creatore. È questa la mite condanna inflitta ieri in abbreviato a Danilo Matta, 55 anni, dipendente comunale di Sant'Antioco, per il quale il pm Giancarlo Moi aveva invece chiesto tre anni in più, arrivando a cinque e 8 mesi. Il Gup di Cagliari Giovanni Massidda ha però ritenuto di concedergli le attenuanti generiche e, molto probabilmente, anche quella della provocazione. Non ha derubricato il reato in lesioni gravi come aveva chiesto l'avvocato della difesa Gianfranco Trullu, ma alla fine, tra lo sconto previsto dal rito e il fatto che l'imputato fosse stato riconosciuto temporaneamente seminfermo di mente, ne è venuto fuori un verdetto tutt'altro che severo.

LA VICENDA I fatti risalgono alla notte tra il 18 e il 19 gennaio di quattro anni fa. Matta si trovava in un bar del paese in via Regina Margherita insieme ad alcuni amici, tra i quali c'era anche Stefano Elias, pescatore di 33 anni. Una della tante serate di paese, passate a bere alcolici, chiacchierare, giocare a carte. Quella notte però non finisce come al solito, con la compagnia che si saluta e ognuno che torna tranquillo a casa sua. Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, poco dopo la mezzanotte e mezza, Matta e ed Elias iniziano a litigare. Sono ottimi amici ma il troppo alcol mandato giù accende gli animi e annebbia la ragione. Il motivo del contendere? Banali divergenze di opinione su fatti di nessuna importanza. La discussione però si incendia e prosegue all'esterno del bar, sull'acciottolato della piazza De Gasperi quasi di fronte alla Basilica di Sant'Antioco.

IL FERIMENTO È qua che la banale lite tra ubriachi degenera: prima volano parole grosse, poi forse minacce, sino a quando Danilo Matta non estrae dalla tasca un coltello e si scaglia contro l'amico. La lama affonda nell'addome, lesionando il fegato. L'imputato a quel punto scappa, mentre il pescatore rientra nel bar sanguinante e chiede aiuto. «Chiama un'ambulanza - dice al barista con le forze residue - Danilo mi ha accoltellato». I soccorsi scattano immediatamente. Elias viene caricato su un'auto di un amico e trasportato al pronto soccorso del “Sirai” di Carbonia, dove arriva in condizioni molto gravi. A salvargli la vita è il provvidenziale intervento dei medici della chirurgia che lo operano d'urgenza e dopo cinque ore sotto i ferri riescono a bloccare l'emorragia interna.

L'ARRESTO Nel frattempo i carabinieri di Sant'Antioco raccolgono le prime testimonianze e subito si mettono sulle tracce di Matta. Lo trovano attorno all'una e mezza a casa sua, quasi in stato di trance. Lui non dice una parola, i militari lo ammanettano e lo portano a Buoncammino. Tre giorni dopo, davanti al Gip, che gli concede gli arresti domiciliari, Matta ammette le proprie responsabilità, ma sostiene di essere stato pesantemente provocato dall'amico e di aver perso la testa, anche per via del troppo alcol bevuto. Ieri l'epilogo. ( m. le. )
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