Sanità, dalla Regione più risorse per gli esami in convenzione: 167 milioni l’anno fino al 2023
Nieddu: “Visite ed esami nelle strutture convenzionate alle stesse condizioni del pubblico”Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Aumentano in Sardegna le risorse per le prestazioni in regime convenzionato. La Giunta Solinas, su proposta dell'assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, ha approvato in via straordinaria la variazione dei tetti di spesa per le prestazioni ospedaliere e ambulatoriali erogate dalle strutture private accreditate per gli anni 2022 e 2023, che passano da circa 162,6 milioni di euro a poco più di 167 milioni di euro per ciascuna annualità, con un incremento di circa 4,5 milioni, come consentito dalla normativa nazionale in materia.
Un passo avanti importante, dunque, in una situazione che rischiava di arrivare ad uno stallo: sono infatti molte le strutture private che da tempo lamentano l’impossibilità di erogare prestazioni in convenzione con il servizio sanitario nazionale per mancanza di rimborsi.
"Siamo intervenuti per garantire il diritto dei cittadini a ricevere visite ed esami nelle strutture convenzionate alle stesse condizioni del pubblico”, spiega Nieddu. “In questi ultimi anni l'impegno del nostro sistema sanitario sul fronte del Covid ha determinato un inevitabile aumento della domanda di prestazioni nelle strutture private. Per far fronte a questa situazione, anche a seguito di un confronto con il mondo della sanità convenzionata in Sardegna, ci siamo attivati per trovare una soluzione che consentisse di aumentare le risorse là dove gli spazi di manovra sono comunque limitati dai vincoli di spesa nazionali".
"È necessario tener presente - precisa l'assessore - che la spesa delle Regioni per l'acquisto di prestazioni dalla sanità privata è limitata dai vincoli imposti a livello nazionale dalla spending review. L'incremento approvato con questo provvedimento si muove all'interno di questo perimetro. Già in passato abbiamo espresso perplessità sui tetti di spesa imposti da Roma, in virtù del fatto che la Sardegna dal 2007 provvede con risorse proprie alla spesa sanitaria. In una fase in cui le strutture pubbliche si stanno riorganizzando in seguito a una pandemia che non è ancora alle spalle, il privato può dare un contributo importante nel recupero delle prestazioni rimaste indietro a causa del virus", la conclusione.
(Unioneonline/v.l.)