Hanno atteso che il sacerdote si assentasse un'ora per profanare la chiesa rubando la reliquia del Santo, il frammento osseo che apparteneva a San Luigi Orione. Il blitz, che ha quasi del sacrilego, è avvenuto ieri mattina nella chiesa della Beata Vergine Addolorata di Rosmarino, popoloso quartiere di Carbonia devoto al santo assurto agli onori degli altari il 16 maggio del 2004. Dalla teca in vetro in cui era conservata da sei anni, è sparita sia la reliquia che il reliquiario, una croce d'argento che conteneva i resti del Santo. Per la comunità religiosa di Rosmarino, che già nel 2008 e dopo 55 anni aveva dovuto rinunciare ai sacerdoti della Congregazione orionina, il furto di uno dei simboli della devozione rappresenta quello che il parroco don Gianni Cannas non esita a definire «un'offesa inaudita, un gesto di gravità estrema».

ATTO SACRILEGO Il sacerdote non usa mezzi termini per commentare quanto accaduto: «Un affronto per una comunità che storicamente gode della venerazione di San Orione». Ma il parroco lancia anche un accorato appello: «Restituiteci almeno la reliquia, garantiamo l'assoluto anonimato ed il perdono». I carabinieri sono già all'opera per cercare di risalire agli autori (o all'autore) del furto: sulla teca in vetro sono già state rilevate le impronte digitali e nei pressi dell'altare in cui era sistemato il reliquiario sono stati effettuati altri rilievi.

IL FURTO Il blitz, perché tale è stato, è avvenuto fra le 10,30 e le 12 di ieri. Lo conferma lo stesso sacerdote: «Sono uscito dalla chieda alle 10,30 per effettuare alcune commissioni e il reliquiario c'era ancora, quando sono tornato, poco prima di mezzogiorno, ho subito notato che era sparito». Il reliquiario in argento era all'interno di un teca in vetro posata, ma non fissata, su un pilastrino di marmo collocato a breve distanza dall'altare maggiore, in una piccola cappella. La reliquia di San Luigi Orione (nato nel 1872, morto nel 1940 e santificato nel 2004) era stata consegnata alla parrocchia di Rosmarino nell'autunno di sei anni fa. Era il momento culminante di una venerazione fortissima. Chi ha rubato la reliquia ha probabilmente approfittato del fatto che in quel momento in chiesa non c'era nessuno.

L'APPELLO Al ladro è bastato compiere pochi movimenti sicuri: ha sollevato la teca, l'ha adagiata per terra ed ha afferrato il reliquiario d'argento. Quindi è uscito dall'edificio religioso passando inosservato. Poco prima delle dodici, quando il sacerdote è rientrato, si è accorto immediatamente che nella cappella affianco all'altare mancava qualcosa: «Il tempo di realizzare l'accaduto - ha raccontato - e ho chiamato subito i carabinieri ed il vescovo».

I militari hanno eseguito subito una serie di accertamenti affidando agli uomini della Scientifica il compito di rilevare le impronte lasciate dal ladro sulla teca in vetro. Don Gianni Cannas non sa darsi pace, ma rivolge un appello agli autori del gesto: «Restituiteci anche in modo anonimo quanto meno la reliquia, è una supplica dell'intera comunità di Rosmarino cresciuta negli insegnamenti di San Luigi Orione: se vi riscatterete avrete la nostra benedizione».

ANDREA SCANO
© Riproduzione riservata