Riola, il giacinto d'acqua invincibile:"Per debellarlo ci vuole l'esercito"
Un disastro ambientale annunciato. Nel rio Mare Foghe si è verificata una colossale moria di pesci, la causa è quasi certamente legata alla spaventosa crescita del giacinto d'acqua che da qualche tempo ha invaso il fiume. E ora s'invoca l'intervento dell'Esercito.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La rappresentano come una guerra e ora chiedono addirittura l'intervento dell'esercito. I sindaci di Zeddiani, Riola Sardo, Baratili e Nurachi da mesi temevano ciò che ieri mattina si è puntualmente verificato: una colossale moria di pesci nelle acque del rio Mare Foghe, legata alla rigogliosa presenza del giacinto d'acqua che da settimane ha ricoperto il fiume. Ora, dunque, sta accadendo quello che due mesi fa gli amministratori locali avevano annunciato con preoccupazione: la mancanza di ossigeno, conseguenza della folta vegetazione, ha causato la grave moria.
L'EMERGENZA Il disastro ambientale è stato registrato nel tratto del fiume che va da Zeddiani a Baratili, dove ieri mattina galleggiava una consistente quantità di muggini; presto potrebbe diffondersi lungo tutto l'affluente dello stagno di Cabras, con conseguenti rischi alla salute pubblica. Sono stati immediatamente allertati i tecnici dell'Arpas che hanno subito collegato la moria alla mancanza di ossigeno e quindi alla presenza massiccia della specie vegetale invasiva, una qualità tropicale che ha distrutto fiumi e laghi in Africa. Da qualche settimana al lavoro per tentare di debellare questo tipo di vegetazione ci sono mezzi e operai della Provincia: «Purtroppo si stanno rivelando insufficienti, perché il giacinto d'acqua si sviluppa e si rigenera in modo velocissimo» ha detto il sindaco di Riola Ivo Zoncu. «Ecco perché d'intesa con la Provincia abbiamo chiesto l'intervento dell'esercito». Una mobilitazione eccessiva? «Tutt'altro» afferma l'assessore provinciale all'ambiente Emanuele Cera, che anzi rincara la dose: «Questa è una vera e propria guerra, una situazione di grave emergenza ecco perché è necessario l'arrivo dell'esercito. Da qualche settimana abbiamo inviato tre mezzi meccanici e due barche e una decina di operai che stanno lavorando per tentare di debellare la pianta, ma purtroppo è insufficiente».
LO SBARRAMENTO I sindaci dei quattro paesi ora tornano all'attacco e affermano che è necessario abbattere lo sbarramento di Pischeredda, una diga realizzata nel 1990 dal Consorzio di Bonifica di Oristano per trattenere a monte l'acqua indispensabile per irrigare i terreni circostanti nei periodi in cui la siccità depauperava le risorse idriche. «Lo sbarramento» si legge nella relazione allegata alla richiesta di intervento fatta dagli amministratori due mesi fa, «è stato una delle cause che ha provocato i disastri ambientali nello stagno di Cabras. La costruzione della diga è solo l'ultimo degli interventi che negli anni hanno stravolto il delicato equilibrio che regola lo scambio delle acque tra fiume di Riola e stagno di Cabras. Emissario che garantisce il necessario rifornimento di acqua dolce e l'apporto di nutrienti per la fauna ittica della laguna».
PATRIZIA MOCCI