Stamattina la tappa a Sassari, di pomeriggio l'incontro a Olbia. Domani invece sarà la volta di Oristano. Eccola l'agenda di Alessandra Todde che oggi ha cominciato a incontrare i sindaci per provare a concordare il Piano delle aree idonee. Ovvero, il documento che indicherà le porzioni di Sardegna dove andranno installati quei 6,2 gigawatt previsti dal decreto Pichetto Fratin  e accettati a giugno dalla presidente. La governatrice ha parlato di «discussione bellissima», ma il fronte del “no” continua a segnare il passo.

«Per noi»,  fa sapere Roberto Ragnedda, sindaco di Arzachena, «il Piano resta irricevibile. Il nostro territorio ha una vocazione turistica che mal si concilia con pale e pannelli». L’amministrazione gallurese meno di tre mesi fa ha votato all’unanimità anche un ordine del giorno che impegna «la Giunta ha chiudere a ogni ipotesi di speculazione energetica», chiarisce il presidente del Consiglio comunale, Mario Russu.

In Gallura differenze e sfumature non mancano, a cominciare da Buddusò che agli inizi degli anni Duemila hanno acceso luce verde ai primi parchi eolici nell’Isola e non chiude la porta a nuovi impianti. Ma c’è uno zoccolo duro di amministrazioni che come Arzachena non ne vuole sapere di aree idonee.

Una linea anti-speculazione da Sant’Antonio di Gallura arriva a Santa Teresa e La Maddalena, passando per Telti.

Ancora diversa la posizione di Olbia e Golfo Aranci, disposte ad accogliere solo impianti off-shore, «a patto che a terra non ci siano opere impattanti».

Sul fronte del Sassarese, è Sennori a chiarire – attraverso l’assessore Michele Soggia, delegato dal sindaco Nicola Sassu a rappresentare il Comune nell’incontro con la Regione – lo spazio stretto per il decreto Pichetto Fratin. «Stiamo faticosamente investendo su enoturismo, oleoturismo e archeoturismo, attendiamo che le nostre domus de janas, presenti persino nel centro urbano, vengano riconosciute patrimonio dell’Unesco. Il paesaggio è una risorsa, la finestra dalla Nurra sul golfo dell’Asinara non può essere oltraggiata dalle pale».

Nella nota diffusa dalla Regione a margine dell’incontro di stamattina a Sassari, i toni sono trionfalistici, come le rassicurazioni. Todde, accompagnata dagli assessori Francesco Spanedda ed Emanuele Cani, dice di avere chiara «la tutela dell’ambiente e la salvaguardia del paesaggio». Ma poi non può fare a meno di ammettere che ci sarà «consumo di territorio», sebbene la promessa-obiettivo sia quella di «limitarlo al massimo». Il cuore della protesta è proprio questo: i 6,2 gigawatt del decreto Pichetto Fratin rischiano di trasformare la Sardegna in una servitù energetica. Niente di più.

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