Ricordate il film d'animazione Wall-E dove gli esseri umani sono talmente flaccidi che non riescono più a stare in piedi, si muovono con speciali poltrone volanti e comunicano solo via computer? Ebbene quello scenario grottesco potrebbe non essere poi così lontano se è vero, come emerge dalle ultime ricerche, che sempre più bambini hanno la forma fisica di un settantenne e due su tre non sono neanche capaci di fare una capriola. Un problema molto italiano, con la Sardegna e Cagliari che non fanno eccezione.

BAMBINI VECCHI - "Vedo spesso bambini affetti da gravi problemi di ipotonia muscolare ma in realtà sani - spiega Lorenzo Cozzolino, pediatra cagliaritano -. Di recente ho avuto in cura un piccolo di 14 mesi: i genitori pensavano avesse problemi neurologici ma ho scoperto che per paura che si facesse male lo tenevano sempre in braccio: non aveva mai gattonato. Ho imposto alla madre di lasciarlo libero di sbattere la testa sul pavimento e dopo due mesi faceva persino le capriole".

EMERGENZA SOCIALE - Una vera e propria emergenza sociale e sanitaria che per Andrea Loviselli, direttore della Scuola di specializzazione in Medicina dello sport dell'università di Cagliari, rischia di avere in un futuro prossimo conseguenze drammatiche. "Perdere la capacità motoria a dieci anni - spiega - significa non acquisirla mai più. Rischiamo di allevare una generazione di giovani con un fisico da anziani che si porteranno dietro le patologie connesse. Già oggi il 5% dei bimbi sardi è obeso e il 20% in sovrappeso, ciò significa che tra 20 anni i casi di diabete decuplicheranno".

L'INSEGNANTE - Beppe Muscas, storico allenatore di basket, ex professore di educazione fisica nelle scuole e oggi docente all'università, rincara la dose. "È sparito il gioco in strada e nei cortili - spiega -, cioè quei luoghi dove si cominciava ad affinare gli stili motori di base praticando attività apparentemente banali come arrampicarsi su un albero, scavalcare un cancello o strisciare sotto un'auto per recuperare un pallone. Molti ragazzini oggi non sono in grado di fare movimenti elementari: correre con un minimo di coordinazione, saltare con la corda, andare in bicicletta. Dagli schemi motori sono passati agli schermi motori, quelli dei videogiochi e del telefoni su cui passano gran parte del loro tempo libero".

SCUOLA NEL MIRINO - Ma di chi è la colpa di questo "rammollimento" generazionale? In cima alla lista degli imputati c'è la scuola, soprattutto quella elementare dove spesso le due misere ore obbligatorie di educazione motoria neanche si fanno. "È una materia assolutamente marginale e ciò è gravissimo - attacca Loviselli -, inoltre i bimbi sono obbligati a stare sempre fermi, anche ai cambi ora. I dati scientifici dimostrano che superati i 45 minuti d'inattività la glicemia aumenta. Pensi che nei paesi anglosassoni hanno addirittura eliminato i banchi per consentire agli studenti di muoversi costantemente, invece nelle nostre aule gli alunni stanno seduti anche cinque ore di fila". "In Europa - aggiunge Muscas -, siamo all'ultimo posto per ore dedicate all'educazione motoria nelle scuole primarie, eppure in Italia ci sono tanti laureati a spasso che potrebbero aiutare gli insegnanti".

LE FAMIGLIE Poi ci sono loro, mamma e papà. "Per paura e comodità costringiamo i nostri figli a fare una vita agli arresti domiciliari - è la cruda analisi di Loviselli -. Molti genitori sono convinti che portando i figli a nuoto o a danza due volte alla settimana hanno risolto il problema ma non è così: non serve a nulla se poi fanno una vita sedentaria. Avrebbero bisogno di almeno un'ora di attività motoria libera ogni giorno, di gioco all'aria aperta". E invece, anche quando sono fuori casa, i nostri figli non si muovono più. "Fate un giro al Poetto - è l'invito di Cozzolino - troverete tanti bambini seduti con i telefonini e i tablet, nessuno gioca più col secchiello e la paletta. E questo poi lo si paga con meno funzionalità muscolare, articolare e ossea. L'evoluzione tecnologica sta portando a un'involuzione fisica. Ai genitori dico: fate giocare i vostri figli e giocate con loro, è il miglior regalo che gli potete fare". Più prezioso di qualunque videogame.

Massimo Ledda

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