La sua prima domenica da uomo libero dopo trentatré anni da ergastolano Beniamino Zuncheddu l’ha passata in casa. Sveglia con calma dopo gli strapazzi della trasferta romana per la sentenza che gli ha restituito la libertà, la conferenza stampa col Partito radicale, le interviste, la diretta su Videolina. Ha dormito, stanotte? «Un po’», sorride l’ex ergastolano: «Sa com’è, c’è ancora molta adrenalina».

La mattina è stata monopolizzata da una troupe de Le Iene, arrivata per una lunga intervista. «Voi giornalisti non ci state concedendo neppure il tempo di fare una doccia», fa la faccia scura la sorella Augusta. «È stanco, dobbiamo farlo riposare. Non sta bene: ha mal di testa, e problemi all’occhio destro. Martedì dovrà fare una visita specialistica». Beniamino annuisce. Per il pomeriggio, annuncia, il suo programma è semplice: «Riposo e relax». 

Rispetto e discrezione

Burcei ha capito le esigenze del compaesano ritrovato: attenzione e sollecitudine sì, ma all’insegna della discrezione e del rispetto. «Per fare festa aspettiamo il momento giusto. Non vogliamo mettergli pressione», dice il sindaco Simone Monni: «La sentenza gli ha restituito la libertà ma lui ancora deve scoprire la normalità, la quotidianità, da assaporare in tutta calma».

Marco Noce

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