Operazione anticrimine dei carabinieri dopo un grosso furto in un market di Serrenti. Dopo aver svaligiato anche le casse, in quattro sono fuggiti a bordo di un Doblò con la refurtiva e le attrezzature da scasso.

Questa volta ai ladri è andata male, anzi malissimo: nella nottata appena trascorsa, infatti, i pregiudicati G.M., 68 anni, il figlio D.M., 34 anni, M.V., 37 anni, e S.F., 36 anni, tutti di Dolianova, sono stati bloccati e arrestati per furto aggravato.

L'operazione è stata realizzata grazie alla strategia adottata dalle pattuglie dell'arma che compiono ronde negli orari tipici dei furti con spaccate delle vetrine soprattutto in questo periodo in cui si cerca di evitare l'aumento dei reati predatori legati alla contingente situazione legata al Coronavirus.

Il blitz è stato coordinato dal tenente Gianni Russo, comandante della Compagnia di Dolianova, insieme ai militari della Stazione, col maresciallo Antonio Arrigucci. Con loro i carabinieri di Serrenti e del Nucleo operativo radiomobile di Sanluri che hanno agito in stretta collaborazione.

Attorno alla mezzanotte, una pattuglia che passava in via Gramsci a Serrenti, dove si trova il market Sidis, ha notato un Fiat Doblò col conducente che alla vista dei militari ha pigiato il piede sull'acceleratore. Dopo un rocambolesco inseguimento, il mezzo è stato bloccato in periferia. La successiva perquisizione ha consentito di recuperare la refurtiva: alimentari (salumi, prosciutti, olive, formaggi) per un valore di 2.500 euro e danaro contante per 600 euro. D.M. è stato anche trovato in possesso di un coltello a serramanico e di qualche arnese da scasso. I ladri sono riusciti ad entrare nel market forzando la serranda. Oltre a rispondere del furto, gli arrestati sono stati denunciati anche per inosservanza dei provvedimenti dell'Autorità sulle misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da covid-19.

Condotti dinnanzi al Giudice presso il Tribunale di Cagliari, gli arresti sono stati convalidati e tutti sono stati messi ai domiciliari.

Raffaele Serreli
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