Sul caso del suicidio di Angelo Frigeri, trovato morto nella sua cella all’istituto penitenziario di Uta, interviene Irene Testa, garante regionale delle persone sottoposte a privazione della libertà personale: «Persone con grandi disagi non possono essere gestite in carcere. Occorrono altre strutture. Chiederò un tavolo di confronto con sindacati e personale del carcere di Uta».

Testa inoltre aggiunge: «Ha ragione Michele Cireddu del sindacato di polizia penitenziaria della Uilpa: non si può continuare ad usare il carcere come contenitore di tutte le problematiche. Non si può pensare di gestire gli eventi critici di una struttura problematica come Uta con la carenza di personale idoneo a trattare situazioni di grande disagio. È necessario assumere personale, differenziare le strutture e dedicare maggiori risorse al carcere. Sono troppi i detenuti che si tolgono la vita in carcere. Nella giornata di ieri oltre a quello di Cagliari si è registrato un suicidio anche a Palermo.»

«Per queste ragioni – conclude la garante - chiederò un tavolo di confronto con i sindacati di polizia penitenziaria e il personale del carcere di Uta».

(Unioneonline/s.s.)

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