Suicidio nel carcere di Uta.

Un detenuto trasferito da poco dall’Istituto di Nuoro si è tolto la vita, trasformando i legacci delle scarpe in un cappio.

Lo rende noto il segretario generale della UilPa Polizia Penitenziaria della Sardegna Michele Cireddu: «Un gesto estremo imprevedibile anche perché il detenuto, trasferito di recente dall’Istituto nuorese di Badu ‘e Carros, non aveva fatto presagire nessun disagio e non era stato necessario sottoporre nei suoi confronti il provvedimento di grande sorveglianza».

«Nell’Istituto di Uta abbiamo denunciato ormai da diverso tempo il numero estremamente abnorme di eventi critici nelle sezioni detentive – continua -. Sono numerosissimi i tentativi di suicidio, gli autolesionismi, le aggressioni tra detenuti, le aggressioni a danno degli agenti, le minacce di morte, le offese, gli scioperi della fame, ecc. Statisticamente questi numeri consegnano il triste primato al carcere di Uta come l’Istituto dove si verificano più eventi critici nel distretto sardo e lo portano nelle classifiche tra i primissimi in Italia».

Questo significa anche che «il personale di Polizia Penitenziaria è costretto a lavorare costantemente sotto stress, senza strumenti e mezzi idonei per poter prevenire e gestire i citati eventi critici, così come non può contare di idonei luoghi dove gestire in sicurezza i numerosi ricoveri in luoghi esterni di cura e le traduzioni nell’aeroporto cittadino».

«Il sistema penitenziario sardo va rifondato immediatamente – conclude – servono mezzi e strumenti per agevolare il lavoro degli Agenti nelle sezioni, servono assegnazioni urgenti negli Istituti in difficoltà, urgentissimo l’invio di un nuovo provveditore e dei direttori in tutti gli Istituti, senza interventi gli eventi tragici continueranno a susseguirsi inesorabilmente».

(Unioneonline/D)

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