Sub morti a Villasimius, l'attesa dell'amico sul gommone: «Un dolore infinito»
Paolo Mereu era sull’imbarcazione d’appoggio durante l’immersione fatale. La speranza per una riemersione che non arriva: «Il momento più complicato della mia vita»L'attesa che si dilata e trasforma i minuti che scorrono nel timore di un incubo. Il dubbio si affaccia, il tempo inizia a tradire: «Il momento più complicato della mia vita». L'apprensione nell'aspettare i suoi amici, i sub Stefano Bianchelli e Mario Perniciano, diventata dramma.
Il racconto sofferto di Paolo Mereu, che accetta di parlare solo per onorare il ricordo degli amici e lanciare l'eco di quanto hanno lasciato e lasceranno in eredità.
Lui domenica era sul gommone, in attesa che gli amici sistemassero il cosiddetto pedagno, boa di segnalazione collegata a un corpo pesante per indicare il punto esatto del relitto San Marco, tra l’isola dei Cavoli e Serpentara, nel mare di Villasimius.
Non sono più risaliti e oggi i loro corpi sono stati individuati, grazie a un Rov, a oltre 100 metri di profondità: la salma di Perniciano è stata riportata in superficie. Le operazioni di recupero del corpo di Bianchelli sono state interrotte a causa delle proibitive condizioni del mare e riprenderanno domani.