Giovanni ha trent'anni, vive a Sinnai e, da quando è nato, non ha una alternativa al letto e alla carrozzella. E anche al pannolone, che deve indossare giorno e notte. Soffre di una sindrome rara che gli nega ogni autonomia. 

Mamma Laura è il suo angelo custode. Vive per lui, giorno e notte. Da qualche settimana il ragazzo, o meglio la famiglia intera, vive un problema incredibile, frutto di una burocrazia ottusa. 

Lui ha bisogno del suo pannolone che gli è stato sempre assicurato dalla Asl: ma continua ad averlo solo perché la mamma, sostituendosi alla Asl, lo acquista in farmacia, in attesa della soluzione del problema.

«Da quando è nato – spiega la mamma - Giovanni usa sempre il "Tena". La nuova ditta che ha vinto l'appalto, bandito dalla Asl per la gestione del servizio, non lo fornisce: ne distribuisce un altro. Ma Giovanni non riesce a sopportarlo neppure un minuto: appena gliel'ho messo, gli si è irritata la pelle, creandogli gravi fastidi. Ho chiamato la Asl, mi ha chiesto di sottoporre il ragazzo a una visita dermatologica per dimostrare questo problema. L'ho fatto. Ma la situazione non è cambiata. Stiamo ancora aspettando la consegna del vecchio pannolone. Ho contattato la Asl e la nuova ditta: aspetto ancora. Intanto ovviamente sto provvedendo ad acquistare in farmacia il prodotto della Tena. A lui va bene questo: non riesco proprio a capire il motivo per il quale la nuova ditta di distribuzione che ha vinto l'appalto, non riesca a fornirci lo stesso prodotto della ditta precedente. Siamo davvero all'assurdo».

Raffaele Serreli

© Riproduzione riservata