A fine dicembre del 2021, l'arrivo in Tanzania per continuare nella sua vita di missionario a migliaia di chilometri da casa. Don Carlo Rotondo, dopo l'esperienza di oltre vent'anni fa in Kenia, si trova ora in Africa: tantissimi i suoi compiti.  Compreso quello di seguire con una suora insegnante del posto una classe di studio con 169 alunni. Numerosa? «Ci adattiamo – dice don Carlo – .I ragazzi, dico subito, sono tutti tifosi del Cagliari».

Chissà perché, visto che in Tanzania il sacerdote di Sinnai si è portato i colori rossoblù e la bandiera dei 4 Mori. Don Carlo non dimentica la Sardegna, Sinnai, il Cagliari. In Tanzania sta mettendo su una squadra con la maglia rossoblù. Come 25 anni fa ha fatto in Kenia. 

L’altro giorno, attraverso una lettera inviata a padre Gabriele e don Guido, della parrocchia di Santa Barbara, il sacerdote-missionario ha voluto salutare i compaesani girando loro gli auguri di buon anno.

«L’ho fatto ad un anno dalla partenza. Un anno per me ricco di esperienza. In Tanzania sto facendo una esperienza meravigliosa: ho il cuore pieno di regali. Sono state finora tantissime le splendide relazioni umane che ho instaurato nella savana, a rendere la mia vita meravigliosa. La cosa più bella dell’Africa, sono gli africani».

«Per me, il Natale – ha scritto don Carlo nella sua lettera alla parrocchia di Sinnai – ha in sé un messaggio chiaro, preciso e inequivocabile: l’uomo prima di tutto, le persone prima delle cose. In Africa c'è necessità di tutto».

Dopo il ritorno dalla prima esperienza missionaria in Kenia, don Carlo Rotondo è rimasto in Sardegna con diversi incarichi nella diocesi di Cagliari. Una protesi ad un ginocchio gli era servita per  liberarsi delle stampelle. Così è stato lui, ancora una volta ad andare incontro ai migranti. Seguendo il loro tragitto al contrario. In Tanzania, il sacerdote di Sinnai dovrà restare altre due anni che poi potrebbero diventare sei. Un sacerdote-personaggio straordinario, innamorato dell’Africa dei disperati, aveva parlato della sua nuova missione ai suoi compaesani, a Sinnai in piazza. Era a fianco del parroco-amico di allora, don Alberto Pistolesi, morto nel dicembre 2021 in un incidente stradale a Quartu. «Sono un prete felice. Credo – aveva detto - nelle parole del papa che sogna una chiesa in uscita, missionaria».

Così Carlo Rotondo aveva ancora una volta lasciato tutto, la segreteria del vescovo Baturi, la chiesa di Sanluri Stato, il contatto diretto col Cagliari. «Affido questa mia missione a due persone a me particolarmente care che spero veglino su di me dal Cielo: mia mamma Anna e la missionaria sinnaese Paola Olla, morta di cancro a San Paolo del Brasile, vicino ai meninos de rua».

Per don Carlo  un “ritorno a casa” nella "sua" Africa. Ora si trova nella valle dei Baobab, a Iringa, nel cuore della Tanzania a quasi mille chilometri dalla costa dove sorge la capitale Dar Es Salam. Dal 2004 ha avuto incarichi parrocchiali, all’Unitalsi, alla segreteria di monsignor Arrigo Miglio e di monsignor Giuseppe Baturi. 

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