Blitz nel parco naturale di Molentargius con sette bracconieri sorpresi a caccia di frodo. Recuperati 500 storni cacciati illegalmente e attrezzature per la cattura dei volatili.

L'operazione, che ha interessato anche le zone umide di Capoterra, è stata effettuata dai carabinieri forestali del Nucleo Cites di Cagliari, proprio nell'ambito della lotta al bracconaggio che starebbe provocando gravi danni soprattutto nel sud dell'isola.

A coordinare il blitz è stato il capitano Marta Simonetti: con i militari del Nucleo Cites, hanno collaborato i carabinieri delle Compagnie di Quartu e Cagliari.

Le forze in campo hanno setacciato senza sosta il territorio cercando le tracce dei bracconieri nei canneti dello stagno di Molentargius (Quartu Sant’Elena) e nella macchia mediterranea (Capoterra) concentrando l’attenzione sulle zone umide già segnalate dai volontari Lipu, Cabs e WWF. Controlli sono stati effettuati anche nelle aree di appostamento grazie ad un sorvolo ricognitivo effettuato dall’XI Nucleo Elicotteri di Elmas.

La campagna di contrasto al bracconaggio nel Sud Sardegna in meno di una settimana ha portato complessivamente all’individuazione di sette persone ritenute responsabili di furto venatorio a mezzo di strumenti di cattura vietati, uccisione di animali e ricettazione. Le persone individuate sono state denunciate in stato di libertà e i profili di responsabilità saranno accertati dalla magistratura in ossequio alle norme vigenti.

Le operazioni hanno portato anche al sequestro, come detto,  di oltre 500 storni (Sturnus vulgaris), un grosso coppo (un retino di grandi dimensioni con diametro di quasi due metri che può catturare centinaia di esemplari con un solo utilizzo), un laccio in acciaio di grandi dimensioni per la cattura di ungulati protetti e rari come il cervo sardo.

I fatti sono al vaglio dell’autorità giudiziaria competente.

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