Quando un tappeto diventa simbolo di libertà: gli alunni di Quartucciu dicono no alla violenza di genere
Tanto entusiasmo all’Istituto “Ermanno Cortis”, con la scuola trasformata in punto di riflessione collettivaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Immaginate un tappeto: colori vivaci, fili intrecciati con cura, un’opera che si distende sotto il cielo per diventare tanto un’opera d’arte quanto un grido di speranza. Questa mattina, gli studenti e le studentesse dell’Istituto “Ermanno Cortis” hanno tessuto più di semplici fili: hanno intrecciato il loro impegno e la loro voce contro la violenza di genere, dando vita a un’installazione che ha trasformato abiti abbandonati in un messaggio di resilienza e rispetto.
«Stendiamo i tappeti e non calpestiamo i diritti delle donne»: il motto che ha guidato la creazione del grande tappeto colorato, esposto a DomuArT. Un atto di civiltà per sensibilizzare i giovani e la comunità al rispetto dei diritti delle donne, ma anche un invito a riflettere, a non voltarsi dall’altra parte.
L’iniziativa, partecipata con entusiasmo dalle famiglie e dalle classi, ha visto la scuola trasformarsi in un punto di riflessione collettiva. In tante e in tanti però chiedono che l’opera d’arte venga esposta, magari in biblioteca, per far si che possa essere ammirata anche dalla comunità. Ma non finisce qui: mercoledì prossimo, gli studenti torneranno in piazza del Crocifisso con un flash mob dal titolo “Non solo il 25 novembre”, per ricordare che il rispetto e la lotta contro la violenza devono essere un impegno quotidiano, non limitato a una sola data. Un abbraccio di comunità che continua a crescere, giorno dopo giorno.