Avevano organizzato tutto nel dettaglio, ma son stati traditi dal motore della barca, un peschereccio in legno di circa nove metri. Tre tunisini avevano organizzato la traversata di quindici connazionali dal loro Paese alla Sardegna, e precisamente a Cala Cipolla, nel comune di Domus de Maria. Ora sono stati arrestati e accusati del reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. 

Nel loro piano, l’idea era quella di far sbarcare i migranti, per fare ritorno in Africa, come testimonia la quantità di carburante ancora a disposizione, sia nel serbatoio che in apposite taniche conservate come riserva. Ma quando stavano per arrivare nell’Isola, qualcosa è andato storto: un problema tecnico ha impedito ai tre arrestati di rimettere in moto la barca. Un contrattempo che ha consentito alla guardia di finanza di individuare l’imbarcazione: alla vista delle forze di polizia a terra, il terzetto ha eseguito un ancoraggio maldestro, abbandonando il peschereccio e confondendosi tra gli altri quindici connazionali, poi accompagnati al Centro di prima accoglienza di Monastir.

Ma dopo aver recuperato la barca, le fiamme gialle avevano elementi sufficienti per ricostruire l’accaduto, con l’indizio della benzina in primo piano. I tre trafficanti, una volta identificati, sono stati quindi arrestati e portati al carcere di Uta.

(Unioneonline/L.Ne.)

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