Con settanta ettari di asparagi coltivati e circa 5mila quintali raccolti in un anno, Nuraminis si scopre il maggior produttore in Sardegna.

Il piccolo centro del Basso Campidano conquista il primato nella coltivazione del prodotto che nelle zone interne dell’Isola dà il suo meglio nella varietà selvatica ma, parola di Alex Sanna (uno dei maggiori produttori nuraminesi), "nella versione coltivata è il più apprezzato nella Penisola e in Europa per la sua straordinaria qualità".

La coltura cresce, a scapito del carciofo che ha maggiori superfici ma non eguaglia l’asparago nella redditività.

"A Nuraminis l’asparago impegna una trentina di coltivatori", ha dichiarato Chicco Podda, assessore all’Agricoltura, aprendo il simposio dedicato all’asparago nella Sagra curata dalla Pro Loco.

Martino Muntoni, direttore del Servizio delle coltivazioni erbacee dell’Agris, ha tracciato la storia della coltivazione. "I primi semi di asparago arrivati in Sardegna, dove si predilige la varietà verde, provenivano dalla California - ha detto Muntoni - e le prime esperienze di coltivazione risalgono al 1988, a Serrenti".

Con una settantina di ettari coltivati, Nuraminis ha tolto proprio a Serrenti la palma di regina dell’asparago nell’Isola.

Da febbraio a maggio, vengono raccolti circa cinquemila quintali della rinomata pianta. Un chilo di primizia, della varietà extra - la più pregiata -, può spuntare anche 8 euro al produttore.

Secondo Alex Sanna "l’asparago ci sta dando soddisfazioni dal punto di vista economico: ha un valore molto elevato ed è consumato da un ceto alto".

Dal capannone della Cooperativa Pro Orto Asso e dell’azienda Sanna l’asparago vola, confezionato con un packaging ricercato, verso i mercati della Penisola, ma la commercializzazione sta raggiungendo anche la Germania, l’Inghilterra e l’est Europa.
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