È stato condannato a 3 anni e 4 mesi per maltrattamenti un giovane marocchino che, nel corso degli anni di convivenza, avrebbe imposto alla moglie di «seguire tutti i dettami della religione coranica, compreso il ramadan e le preghiere rivolte alla Mecca più volte al giorno».

Secondo le accuse della pm Nicoletta Mari, che ha indagato dopo la denuncia della ragazza originaria di Villaputzu, l’uomo avrebbe esercitato sulla ex un controllo definito da lei quasi maniacale, visto che le avrebbe impedito «di indossare abiti “eleganti” e di curarsi nell’aspetto fisico», di acquistarsi da sola i vestiti, così come di «andare dal parrucchiere o dall'estetista».

Per anni la giovane, che si è costituita parte civile con l'avvocato Emanuele Pizzoccheri, sarebbe stata vessata a causa della gelosia e delle idee integraliste dell’ex marito, non potendo «né truccarsi e tanto meno avere delle frequentazioni all’esterno del nucleo familiare dell’uomo, ovvero trattenersi al lavoro a parlare con i colleghi».

L'imputato era difeso dall'avvocato Marco Spanu. Ieri al termine del processo abbreviato il giudice del Tribunale lo ha condannato a 3 anni e 4 mesi, due mesi in meno rispetto alla richiesta della pm Mari.

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