«Nessuno vuole darmi una casa»: Quartucciu, la ricerca impossibile di un ragazzo disabile
Thomas Marrocu, 33 anni, deve lasciare il suo alloggio ma a ogni richiesta trova le porte chiusePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Per Thomas Marrocu, 33 anni e un corpo che già da tempo ha scelto di non dargli tregua, l’idea di casa è una questione di pura sopravvivenza. Ogni giorno vissuto a Quartucciu, tra le persone e i luoghi che conosce da sempre, è il risultato di una lotta: contro il dolore, contro le barriere architettoniche e contro un sistema che lo considera solo a metà. Tra pochi mesi, però, Thomas dovrà lasciare l’appartamento che è stato il suo rifugio negli ultimi sette anni. La proprietaria ha deciso di vendere, e la possibilità di trovare un’altra casa che gli consenta di vivere con dignità sembra farsi sempre più lontana.
Lo sfogo
«Mi sento parte del quartiere. So come muovermi, dove posso andare, chi posso chiamare per un aiuto o anche solo per parlare», spiega con amarezza. Thomas, colpito da una grave forma di distrofia muscolare, non si sente una vittima, ma ha bisogno di un appartamento senza barriere, un bivano o un monolocale in cui possa muoversi con la sua carrozzina, acquistata anni fa grazie alla solidarietà degli amici che organizzarono una raccolta fondi per lui. «Nella mia condizione nessuno vuole darmi una casa – afferma con rammarico il giovane -, ma non posso rischiare di stare in mezzo a una strada e nonostante numerose ricerche, trovare una sistemazione adatta nel cagliaritano si sta rivelando estremamente difficile». A ogni passo, trova una porta chiusa: proprietari restii, case inadatte, costi inaccessibili.
L’appello
Il suo mondo è quello di chi, pur limitato nel corpo, ha una mente e un cuore liberi. Thomas è in prima fila in ogni manifestazione per l’accessibilità, chiede senza tregua che la città abbatta quei muri invisibili che lo rendono prigioniero. Spesso, però, si scontra con l’indifferenza e l’inerzia delle istituzioni. «Il Comune sa perfettamente quale sia la mia situazione, ma nessuno si è fatto avanti», ammette.
Thomas è noto nel quartiere, una presenza familiare: con la carrozzina si sposta ovunque e non rinuncia a tifare la sua squadra del cuore, il Cagliari, ogni volta che riesce a raggiungere lo stadio. Chi lo conosce sa che quel sorriso, che Thomas mantiene anche nei momenti più duri, è il riflesso di una volontà feroce.
«Non voglio altro che una casa in affitto», dice con una semplicità che lascia il segno. «Ho il diritto di vivere con tranquillità, senza dover temere il prossimo mese».