Un violentissimo pugno da dietro, sulla nuca, che l’ha fatta cadere sul passeggino dove la figlia di un anno dormiva. Poi un calcio nelle costole, mentre ripeteva una frase inquietante, «tu sei il diavolo e tua figlia è la figlia del diavolo». Ma l’uomo, sotto effetto di sostanze, che sabato sera ha assalito la 21enne monserratina A. C. L (non pubblichiamo le generalità per ovvie ragione di sicurezza) sull’autobus della linea “M”, è stato solo denunciato a piede libero. Così dopo l’enorme spavento, ora nella testa della vittima prevale la rabbia.

«La situazione potrebbe ripetersi», denuncia la ragazza, che al momento dell’aggressione, avvenuta poco prima delle 22.30, si trovava a poche fermate dall’arrivo a casa. «E la cosa peggiore è che potrebbe capitare a un bambino, visto che noi eravamo nei posti riservati. Viene da chiedersi che senso abbia chiamare le forze dell’ordine, se dopo essere stato portato in caserma quest’uomo è stato rilasciato già l’indomani». Poi l’annuncio di voler andare fino in fondo per le vie legali: «Non mi interessa alcun risarcimento, ma questa persona non deve passarla liscia, il fatto che sia in circolazione è un pericolo», continua. «Per fortuna il colpo è arrivato a me, perché se avesse preso un bambino lo avrebbe potuto ammazzare. I medici mi hanno detto che sono stata fortunata a non riportare gravi conseguenze, ma dopo due giorni ho ancora dolore alla testa».

«Ricordo che mentre agiva rideva, e non riesco a togliermi dalla testa il suo sguardo, con gli occhi fuori dalle orbite», spiega la ventunenne, che fortunatamente sul bus non era sola. «Se non fosse stato per i ragazzi che sono intervenuti molto probabilmente avrebbe continuato, e anche loro hanno rischiato per dividerlo da me».

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