"Ritengo di aver compiuto il mio dovere istituzionale con scrupolo, serietà e dedizione e pertanto declino il cortese invito della minoranza a presentare le mie dimissioni e lascio a loro, eventualmente, l'onere e la responsabilità di lasciare il paese senza una guida e il supporto quotidiano che io e i miei colleghi abbiamo dato ai cittadini in oltre 5 anni".

Luisa Murru, sindaco di Monastir, difende il suo operato e anticipa i temi del Consiglio comunale previsto per domani alle 19, che potrebbe segnare l'addio alla carica. Il suo destino, visto il numero maggioritario (sette) di firmatari della mozione di sfiducia, sembra segnato.

L'ultima parola, comunque al Consiglio (domani) convocato per la discussione sulle osservazioni al Puc presentate dai cittadini, e una variazione di bilancio necessaria, tra l'altro, alla ripresa delle lezioni a scuola in sicurezza e alla messa in sicurezza del campo sportivo.

Luisa Murru chiosa sullo scenario, molto probabile, che potrebbe seguire alla sua decadenza. "Non si prenda in giro la popolazione: se la mozione di sfiducia passasse, il paese si ritroverebbe senza sindaco e senza giunta fino alle elezioni. Non esiste alcuna legge che consenta a un sindaco di occuparsi dell'ordinaria amministrazione dopo la caduta del consiglio. Coloro che lo hanno scritto sono male informati o vorrebbero ingannare chi legge, fingendo di avere a cuore il paese. La popolazione deve sapere che fino alle elezioni (previste per ottobre, ma secondo alcuni per maggio 2021 a causa del Covid) il Comune starà senza una guida".

In vista del voto amministrativo (sarebbero quattro liste in fase di preparazione) a Monastir è insomma già campagna elettorale. Modesto Fenu, che ad aprile del 2019 votò col collega di minoranza Giuseppe Cinus il bilancio di previsione ("Sono soddisfatto che questa maggioranza abbia deciso di escludere dal gruppo Alessio Marotto - oggi alleato di ferro nella mozione di sfiducia alla Murru - creando i presupposti per una fattiva collaborazione con la minoranza", disse in Aula, annunciando il si) , salvando di fatto la Murru dalla caduta, interviene nella partita a scacchi che appare il dibattito politico a Monastir di queste settimane.

Dalla maggioranza di Luisa Murru sono usciti prima Luigi Cucca e Romano Schirru, poi l'ex assessore Alessio Marotto. Modesto Fenu fa la conta. "La maggioranza ha 5 + 1 voti, l'opposizione 7. Ragionamento: ne consegue che la maggioranza non è più maggioranza. Può governare una maggioranza che non è più maggioranza? No", scrive Fenu su facebook, dove analizza le cause che hanno portato alla situazione attuale. "Di chi sono le colpe se la maggioranza non è più maggioranza? Della maggioranza stessa che in tutto questo tempo non è riuscita a ne a mantenersi la maggioranza avuta ne a sfruttare al meglio gli aiutini che gli abbiamo dato responsabilmente nei momenti difficili. Una maggioranza che non è più maggioranza decade per colpa di se stessa con buona pace di chi ancora non ci crede".
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