Che avrebbe mantenuto la calma e il sangue freddo non se lo sarebbe mai aspettata neppure lei. Eppure Manuela Picciau, 43 anni, senza l'aiuto di nessuno, sola nella cucina della sua casa, è riuscita a salvare la vita al suo bimbo di due anni che stava morendo soffocato.

Una patatina gli era rimasto ferma in gola e lei grazie a una manovra di disostruzione imparata in un corso ad hoc seguito lo scorso anno, è riuscita a liberargli le vie aeree e a farlo poi vomitare.

Il racconto

«Non so nemmeno io come sono riuscita a non farmi prendere dal panico - racconta -, ma in quel momento il mio cervello si è focalizzato soltanto sul fatto che dovevo salvare la vita a mio figlio. Cosa che non sarei riuscita a fare se non avessi imparato le giuste manovre nel corso che ho frequentato. Per questo consiglio a tutti di farlo, perché puoi davvero salvare una vita». Tutto è successo un paio di giorni fa. «Ho fatto una "genialata" - racconta ancora scossa Manuela Picciau -, ho dato una patatina-snack a mio figlio di 2 anni. Premetto che non lo perdo mai di vista, tanto meno quando sta mangiando e quindi mi sono accorta subito cosa stava succedendo. Lui ha messo la patatina in bocca e anziché masticarla l'ha succhiata e questa si è bloccata nella trachea. Era davanti a me, si è bloccato con gli occhi sbarrati».

La manovra

Attimi di puro terrore. «Mi è venuto un colpo - prosegue la giovane mamma -, ma in quel momento non potevo spaventarmi, dovevo agire. Così l'ho preso in braccio. Eravamo in cucina e non so nemmeno come, ci siamo ritrovati all'ingresso del cortile. Mi sono piegata in ginocchio e gli dato un primo colpo di traverso sulle scapole. Non è successo niente così ho provato una seconda volta e lo snack è uscito. Il bimbo si è messo a piangere. L'ho messo dritto, ha dato due colpi di tosse e poi ha vomitato». A Manuela trema ancora la voce mentre rivive quegli attimi. «È arrivato mio marito e io tremavo come una foglia. Non potevo quasi credere a quello che avevo fatto. Avevo frequentato questo corso ma non pensavo che mi sarei mai trovata in questa situazione, eppure sono riuscita a fare tutto come si doveva fare».

Il corso

Corso frequentato l'anno scorso sotto la guida di Cristian Gitani, vice presidente del Sos Quartu, istruttore Blsd di Accademia del soccorso e istruttore Petrarca Accademy. «Avevo seguito le lezioni perché mi era stato imposto dalla Federazione sportiva», dice ancora Manuela Picciau che è presidente della società di basket di Flumini New Case. «Ho imparato come riconoscere una persona che sta avendo un attacco cardiaco, come usare il defibrillatore e poi ci hanno insegnato la disostruzione delle vie aeree per gli adulti e per i bambini. Solo adesso mi rendo conto di quanto è stato importante. Mio figlio sarebbe potuto morire soffocato».

L'istruttore

«Quello che è successo è incredibile. Ma non bisogna mai improvvisarsi. Le cose bisogna saperle fare. Adesso tante mamme mi hanno detto che vogliono frequentare il corso», dice Cristian Gitani, che Manuela ha ringraziato pubblicamente anche sui social. «Tutte le manovre vengono insegnante su dei manichini. Con pochi gesti sei in grado di salvare la vita a una persona». E non è complicato. «In realtà sono in grado di farlo tutti, dal bambino al centenario - prosegue l'esperto -. La ragazza ha dato le pacche intercostali così come le era stato insegnato. Durante le lezioni poi si insegna a riconoscere chi è in arresto cardiaco, le manovre di rianimazione e l'utilizzo del defibrillatore. Noi facciamo corsi settimanali e adesso abbiamo un progetto per formare 200 insegnanti delle scuole di Quartu». Di certo Manuela lo consiglierebbe a tutti.

Giorgia Daga

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