«Martello e telefono in mare a Sa Scafa»: omicidio Francesca Deidda, la rivelazione di Igor Sollai
Nei prossimi giorni i sommozzatori cercheranno di recuperare l’arma usata per il femminicidio di San SperatePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Il martello che ho usato per uccidere mia moglie Francesca e il suo telefonino li ho gettati in acqua. Esattamente dal ponte de Sa Scafa a Cagliari». Sono le parole di Igor Sollai, 43enne camionista di Assemini, pronunciate mercoledì scorso al pubblico ministero Marco Cocco nell’interrogatorio avvenuto in carcere alla presenza degli avvocati difensori Carlo Demurtas e Laura Pirarba. Sollai ha indicato agli inquirenti dove cercare l’arma del delitto e il telefonino che ha usato dopo il delitto per prendere tempo, rispondere ai messaggi delle amiche e delle colleghe della moglie, facendo credere che Francesca si fosse allontanata spontaneamente da casa mentre l’aveva già uccisa e nascosta dentro un borsone abbandonato nelle campagne lungo la vecchia Orientale sarda, in territorio di San Priamo.
La confessione di Igor Sollai è del 21 novembre scorso. Una svolta: per quattro mesi, dal giorno del suo arresto, l’8 luglio, l’autotrasportatore si era sempre dichiarato innocente, malgrado il pm acquisisse elementi sempre più chiari in un’inchiesta partita il 31 maggio, quando Andrea Deidda si presentò dai carabinieri per denunciare la scomparsa della sorella Francesca. Già dal 10 maggio della telefonista in un call center di Cagliari si erano perse le tracce.
Nei prossimi giorni i sommozzatori dei carabinieri si immergeranno nelle acqua di Sa Scafa alla ricerca dell’arma del delitto e del telefonino di Francesca.