Quando ancora non erano state spente del tutto le fiamme dei roghi che devastavano il territorio quartese, divampavano all'improvviso quelle delle polemiche su cause, responsabilità e mani criminali nascoste, in ipotesi, dietro l'azione distruttiva del fuoco. Una serie di considerazioni pubblicate sul proprio profilo Facebook dall'agente di polizia municipale Paolo Falqui, commentate da altre persone tra cui il sindaco Stefano Delunas, hanno scatenato la reazione dei volontari della "ProcivArci" e spinto la sua legale rappresentante Alice Puddu a presentare un esposto in Procura.

L'ACCUSA - Il 26 luglio scorso un incendio aveva colpito Niu Crobu, a Flumini, costringendo la macchina dei soccorsi (vigili del fuoco, protezione civile, volontari) a lavorare per un'intera giornata. Due giorni dopo, alle 9,10 del mattino, il vigile scriveva così nella sua pagina: "La mia domanda è: quanto speculazione c'è dentro le associazioni di volontariato? Quante strane manovre ci sono? Vedi incendi ripetuti di Flumini, sempre stessa area. Incompetenza nelle bonifiche o mala fede? Più interventi faccio più contributi mi devono dare". Poco dopo aggiungeva: "Qui le occasioni di intervento le si creano appositamente. E la cosa mi puzza assai". E ancora: "Si parla di eventi creati appositamente per avere finanziamenti". Un'accusa diretta nei loro confronti, secondo le citate "associazioni". Non indicate per nome, ma in città sono tre: ProcivArci, Paff e Nos. La prima ha affidato agli avvocati Maria Elena Mameli e Federico Orgiana il compito di procedere in sede giudiziaria. "I miei clienti si sono sentiti chiamare in causa", spiega l'avvocatessa, "quelle frasi hanno un carattere diffamatorio e sono del tutto infondate".

L'ASSOCIAZIONE - L'associazione, il cui organico è composto da "cinquanta iscritti" dei quali "trenta subito disponibili" in caso di necessità, conta "disoccupati, infermieri, insegnanti, operai, idraulici, meccanici, manovali, educatori", spiega Alice Puddu. La maggior parte è di Quartu. Leggere quelle frasi, aggiunge, non è stato piacevole, non tanto per le (presunte) accuse rivolte loro quanto per "il timore di ritorsioni" da parte di chi, per un incendio, ha perso colture, bestiame, piante, casa. Indicare i volontari come possibile causa del rogo potrebbe "avere conseguenze pericolose per i nostri volontari".

L'ACCORDO - C'è da considerare, insiste la Mameli, che la ProcivArci in quei giorni era "impegnata proprio in quella zona" contro il fuoco. E sui finanziamenti "i volontari svolgono un lavoro gratuito per il quale sono previsti esclusivamente rimborsi sulla base di spese documentate. Per quest'anno però ancora non sono state siglate le convenzioni col comune". Ecco perché il direttivo dell'associazione è rimasto colpito dalle frasi pubblicate dal sindaco Delunas in quella stessa discussione su Facebook: "Sono sempre stato del parere che si tratta di una strategia del fuoco e del terrore voluta e pianificata con estremo cinismo. Chi più chi meno, con i vostri commenti, avvalora questa mia ipotesi".

AGENTE E SINDACO - Falqui però ora spiega di non aver voluto puntare il dito contro alcuno: "Avevo già chiarito in un commento successivo cosa volessi dire. Non intendevo riferirmi ad alcuna associazione, locale o meno. Sono stato male interpretato. Mi riferivo a chi non è in grado a svolgere il proprio lavoro: il fuoco non agisce da solo. È solo un equivoco. Mi scuso con chiunque si sia sentito toccato. So chi lavora alla ProcivArci e cosa fa. Abbiamo anche collaborato". E Delunas sottolinea: "Sul fatto che gli incendi siano di natura dolosa ci sono purtroppo pochi dubbi. Non si tratta di fuochi derivanti dal caldo o da mozziconi di sigaretta buttati nelle sterpaglie; tutta l'area del Parco il giorno dell'incendio è stata circondata da inneschi. Sono in corso le indagini. Scoperti i colpevoli, il comune si costituirà parte civile e chiederà i danni".

Andrea Manunza

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