Il primo incontro nel 1945, la guerra era appena finita: lei aveva 16 anni, lui 21. Il classico colpo di fulmine tra Luigi Mandas e Mariuccia Lecca, coniugi asseminesi che pochi giorni fa hanno raggiunto il traguardo dei 70 anni di matrimonio. Nozze di titanio, i cui festeggiamenti in grande sono stati rinviati a causa del divieto di assembramenti durante l'emergenza coronavirus. La pandemia impedisce il classico cerimoniale ma non spezza un amore d'altri tempi sbocciato con uno sguardo, consolidato con le nozze del 1950 e la nascita di cinque figli: Carmela, Checco, Angelo, Mario e Marcello.

La scintilla

A 96 anni, Luigi Mandas ricorda perfettamente il primo incontro con la futura moglie: «In quel periodo frequentavo una ragazza di Cagliari, ma la lasciai subito quando mia zia mi presentò Mariuccia. Era bellissima e per conquistarla le scrissi una lettera. Mi dissero che era troppo piccola e io risposi: Aspetterò, crescerà».

La lettera fece breccia nel cuore di Mariuccia Lecca, 91 anni: «Ero piccola, ma Luigi piaceva sia a me sia ai miei genitori: era un bravissimo ragazzo, dedito al lavoro e al sacrificio, uomo ideale per formare una famiglia. Cinque anni dopo rimasi incinta e, come si usava allora, ci siamo sposati prima che nascesse».

Il matrimonio

Per 68 anni Luigi ha lavorato come agricoltore a Elmas (dove i coniugi vivevano fino a poco tempo fa) per un'azienda della famiglia Asquer. Mariuccia è sempre stata casalinga, ma anche lei dava una mano in campagna.

Come si arriva a 70 anni di matrimonio?: «Volendosi bene, facendo sempre la pace e sopportandosi a vicenda: litigavamo spesso ma senza mai mettere in discussione il nostro rapporto. Valori che oggi si stanno perdendo».

Nel complesso, continuano i coniugi, «il nostro è stato un matrimonio tra alti e bassi ma bello, ci siamo sempre rimboccati le maniche e sacrificati per tirare su la famiglia. La gioia più grande è vedere i propri figli realizzarsi: tutti lavorano, sono sposati e ci hanno regalato otto nipoti. Vedere questo era l'obiettivo della nostra vita».

Festa rinviata

Il cruccio è non aver potuto festeggiare le nozze di titanio: «Ci è dispiaciuto non poter stare tutti insieme in questo giorno speciale, con figli, nipoti e pronipoti. In questo periodo i nostri figli vengono a farci visita a turno, uno al giorno. Festeggeremo quando l'emergenza sarà finita».

Lorenzo Ena
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