Sarà necessaria almeno una settimana perché vengano effettuati gli esami autoptici sui resti trovati all’interno di un borsone lungo la vecchia Orientale sarda, a ridosso del ponte romano. Sul fatto che si tratti di ciò che è rimasto di Francesca Deidda ci sono pochi dubbi. Ciò che manca è l’ufficialità scientifica, che arriverà dagli esiti delle analisi sui campioni prelevati per l’individuazione del Dna: si conosceranno entro le prossime 24-48 ore. 

Per capire invece come la quarantaduenne di San Sperate sia stata uccisa, bisognerà aspettare il referto del medico legale Roberto Demontis, che potrà mettersi al lavoro solo quando a Cagliari arriveranno dalla Penisola anche due superconsulenti incaricati dalla Procura – Pm Marco Cocco  -, un antropologo forense e un entomologo: i primi risultati potrebbero essere resi noti a ridosso della fine del mese. 

Nell’attesa, però, i rilievi non si fermano: oggi, sempre sotto le direttive di Demontis, dovrebbe essere effettuata una speciale Tac sul borsone – che era stato nascosto sotto terriccio e frasche, ai piedi di un albero – per comprendere, senza intaccare i resti, come fosse messo il corpo e in quali condizioni si trovi. Stando a quanto trapela, alcune parti si erano già scheletrizzate: uno stato che dimostrerebbe che il delitto potrebbe essere stato consumato all’epoca della scomparsa della quarantaduenne, collocata al 10 maggio.  

L’unico sospettato resta Igor Sollai, marito della vittima, assistito dagli avvocati Laura Pirarba e Carlo Demurtas: nella prima fase del nuovo interrogatorio al quale è stato sottoposto in carcere, dove si trova rinchiuso con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere, ha continuato a ribadire la propria innocenza. Gli inquirenti torneranno a sentirlo la settimana prossima. 

Il fratello di Francesca, Andrea Deidda, si è invece affidato all’avvocato Gianfranco Piscitelli, che a sua volta ha affidato l’incarico di consulente alla nota criminologa Roberta Bruzzone.  

Enrico Fresu 

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