Era evaso dalla casa di reclusione di Alghero lo scorso 22 ottobre, e si era rifugiato in una baracca che aveva realizzato a Capoterra, in località Bacchi Alinu.

Un nascondiglio ben mimetizzato nella vegetazione, con dentro un letto, lenzuola, coperte e tutto l'occorrente per sopravvivere e dedicarsi al bracconaggio, con cui si procurava il cibo.

A tradirlo non tanto il rifugio, quanto il piccolo sentiero per raggiungerlo, creato tra la folta vegetazione della zona. Non è passato inosservato agli occhi della Forestale, i cui agenti hanno seguito il sentiero e sono arrivati al rifugio del latitante, che è stato arrestato.

Enrico Garau, 54 anni, era sparito dal 22 ottobre, quando non si era più presentato in carcere dopo un permesso di tre giorni: ad Alghero stava scontando una condanna a nove anni per una rapina commessa a Pula.

Gli agenti, una volta percorso il sentiero, hanno scoperto il nascondiglio e si sono appostati in zona, scoprendo che quello era il rifugio del latitante. Poi è scattato il blitz.

Sono stati sequestrati un coltello, cento munizioni caricate a pallettoni, lacci per la cattura di cinghiali e reti per l'uccellagione: "Garau - fanno sapere gli inquirenti - traeva sostentamento grazie all'attività di bracconaggio, praticata con fucile e lacci".

Il 54enne è stato processato per direttissima e condannato a ulteriori un anno e tre mesi di reclusione. Intanto si indaga per individuare chi lo abbia aiutato nella latitanza.

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata