Da una parte pedinamenti, fotografie e filmati per documentate le infedeltà del coniuge. Dall'altra le coppie già separate che vogliono sapere se l'ex di turno si è fatto una nuova vita, così da chiedere al giudice di tagliare il mantenimento.

Con l'arrivo dell'estate aumenta il lavoro per gli investigatori privati.

Tra area metropolitana e provincia - segno che la professione sta decollando - si contano 34 agenzie autorizzate, con un numero crescente di domande alla Prefettura per ottenere il tesserino.

L'ESTATE - "Il nostro lavoro deve essere svolto con molto rigore". Scandisce bene le parole Antonello Marras, per quasi trent'anni nell'arma dei Carabinieri, dieci anni da maresciallo comandante di stazione a Decimomannu e titolare di un'agenzia tra le più attive. "È capitato varie volte", racconta, "che in estate venissimo contattati da clienti preoccupati perché i coniugi facevano le ferie in solitaria in Sardegna. Uomini e donne sospettose che ci hanno chiesto di osservare con discrezione, così da evitare brutte sorprese".

LE TARIFFE - Le tariffe sono orarie e il lavoro può essere influenzato da numerose variabili. La forbice può oscillare da un migliaio di euro per le attività più semplici ad alcune migliaia, per quelle più complicate che necessitano di pedinamenti o attività informatiche.

E quando l'investigatore comunica al cliente che i sospetti sono fondati? "Quando presentiamo le prove", assicura il professionista, "spesso assistiamo a reazioni molto positive perché portiamo le prove di situazioni già ampiamente ipotizzate. Ma gran parte degli incarichi non riguardano le ricerche di infedeltà, bensì accertamenti su coppie già separate per strascichi legali legati alle separazioni".

IL PERCORSO - La licenza di polizia (quella rilasciata agli investigatori ha tanto di distintivo stampato dalla Zecca) ha carattere rigorosamente personale e non può essere rilasciata a chi ha riportato condanne penali per delitti non colposi. Gli investigatori, inoltre, devono partecipare a corsi di perfezionamento organizzati dalle università e dal ministero dell'Interno.

LA CONDANNA - Ma non tutti rispettano deontologia e regole. È il caso di un noto investigatore cagliaritano che ha tentato il doppio gioco ed è stato condannato ad un anno di reclusione per tentata estorsione (di recente la sentenza è stata confermata dalla Cassazione). Provò a vendere notizie ad un altrettanto noto primario ospedaliero che stava pedinando per conto di un altro cliente.
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