Ancora un gesto estremo all’interno della casa circondariale di Uta.

Un detenuto psichiatrico si è tolto la vita. A dare notizia della tragedia, avvenuta nella notte, è Irene Testa, garante delle persone private della libertà in Sardegna.

«In questa settimana – sottolinea - mi sono recata quasi tutti i giorni nel carcere di Uta. La polizia penitenziaria è allo stremo delle forze. I detenuti e le detenute costretti a stare in cella con  un caldo insopportabile. I ventilatori che l'amministrazione consente di acquistare costano 40 euro, quasi il doppio rispetto all'esterno; la maggior parte dei detenuti non li può acquistare. Il caldo, si sa, acuisce il disagio soprattutto nella popolazione con problemi psichici, circa la metà dei detenuti ospitati. Non è un caso che stanotte, ancora una volta, un detenuto psichiatrico si sia tolto la vita. Proprio due settimane fa avevo scritto al Presidente Mattarella affinché si facesse carico della questione riguardante i malati psichiatrici. La risposta non è arrivata – conclude la garante - ma i problemi rimangono. Le carceri rimangono luoghi abbandonati a se stessi e tutto è lasciato alla grande opera di volontari,  direttori e agenti. È evidente che anche il diritto alla salute viene violato. Un ventilatore in cella non fa un carcere a 5 stelle».

(Unioneonline/s.s.)

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