Capoterra, proteste per la chiusura del ponte di Cirifoddi
I recenti danni subiti dalla struttura a causa delle forti piogge hanno messo in ginocchio la comunità della montagnaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La Strada provinciale 1 che collega Capoterra a Santadi interrotta per almeno un mese, allevatori e cacciatori impossibilitati a raggiungere la zona della miniera di San Leone: i recenti danni subiti dal ponte di Cirifoddi a causa del maltempo hanno messo in ginocchio la comunità della montagna.
A causa della voragine che si è formata sul ponte la Città metropolitana ha chiuso il passaggio per motivi di sicurezza, una decisione che non è piaciuta ad amministratori comunali, allevatori e cacciatori che speravano in una sistemazione che non portasse all’interdizione completa del ponte.
Pietro Frongia, consigliere comunale e cacciatore solleva il problema di chi, soprattutto per lavoro, non può più utilizzare l’unica strada della zona: «Chiuderla è stata una decisione scellerata, non hanno lasciato lo spazio neppure per passare a piedi, sarebbe bastato mettere in sicurezza il ponte in attesa di portare avanti interventi strutturali più importanti, in questo modo stanno mettendo in ginocchio soprattutto gli allevatori della zona. Stiamo parlando di un ponte che ha cento anni, e non ha mai avuto alcun problema, il cedimento c’è stato, ma la struttura è solida: il provvedimento è a nostro parere esagerato».
Chiuso il ponte di Cirifoddi, che si trova in agro di Assemini, l’unica alternativa sarebbe la strada di S’enna e sa craba, proibitiva anche per i fuoristrada più robusti. «Prima di tutto bisogna considerare che quella strada – che comunque allungherebbe il percorso di una quindicina di chilometri - è chiusa dietro una sbarra dal Parco di Gutturu Frongia -, inoltre, non essendo mai stata sistemata, è in uno stato tale che attraversarla risulta impossibile quasi per chiunque. È in queste occasioni che i cittadini si domandano che senso abbia per Capoterra fare parte del Parco, se le strade restano chiuse dietro una sbarra e non vengono mai sistemate».
Il sindaco, Beniamino Garau, si concentra proprio sull’interdizione delle strade del parco: «Mi chiedo come sia possibile far accettare ai cittadini i vincoli imposti, se non possono neppure transitare in queste montagne. Le sbarre sono una cosa inaccettabile, sono l’eredità di un pensiero che appartiene al passato, secondo il quale bisognava limitare la fruibilità dei percorsi per combattere i bracconieri. La decisione della Città metropolitana di chiudere completamente quel ponte non mi trova d’accordo: sarebbe bastato un ripristino provvisorio, soprattutto perché si dovrà aspettare l’arrivo di un grosso tubo dalla Penisola».
Francesco Lilliu, vicesindaco metropolitano e delegato alla Viabilità, chiarisce la situazione: «Dopo i danni del maltempo del 28 ottobre ci siamo mossi con la massima urgenza per riparare quel ponte, entro due settimane arriverà il tubo realizzato da una fabbrica che si trova fuori dall’Isola: a dicembre potrà finalmente riaprire al traffico. Questa è comunque una soluzione temporanea, perché in un secondo momento il ponte verrà demolito e ricostruito».