Li chiamano i guarenti: sono persone che stanno riuscendo a superare la grave malattia mentale .

Non più prigionieri di un male, ma l’hanno in parte superata e ora possono mettere la loro esperienza a disposizione dei più fragil.

La notte del 24 dicembre venti di loro si sono vestiti da Babbo Natale e hanno portato i doni a chi soffre più di loro, chi vive nella comunità Rems di Capoterra perché ha compiuto un grave reato in un momento in cui la malattia mentale non gli permetteva di capire quanto stava facendo.

Chi soffre va in visita di chi soffre. E la magia della notte santa contagia tutti.

In un luogo dove anche fare un albero di Natale non è facile, alla fine si canta e si balla davanti alle stelle filanti, a una fetta di panettone, a un cestino di cioccolatini.

La foto finale è vicino all’albero:

"E’ il simbolo del nostro lavoro qui dentro – dice il direttore - palline e festoni colorati che gli ospiti stanno imparando a proteggere da tensioni interiori e impulsi, dalla frustrazione per una vita diversa da quella che avevano prima della malattia.

È il simbolo di chi lotta per la speranza di uscire dalla Rems come faranno stavolta soltanto le loro fotografie sul giornale o il video sul web".

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