Burcei, primo giorno di paese semi-chiuso
L’appello del sindaco all'Ats: “Bisogna comunicare con i pazienti col Covid”
Poca gente fra le strade, aperti i negozi di generi alimentari, altri di prima necessità, le edicole. Nei bar e ristoranti si lavora sono con l’asporto. Ma tutto è ridotto a pochi movimenti.
Chi doveva andare al lavoro o uscire dal paese per urgenze familiari si è munito di auto certificazione. Chiuse le scuole, la biblioteca, chiuso il parco comunale, si sogna di tornare fra dieci giorni in zona bianca.
“Lo speriamo tutti – dice il sindaco Simone Monni – se dopo il 24 gennaio la situazione sarà mutata col contenimento del virus, si potrà pensare a misure meno restrittive. Intanto ho chiesto all’Ats di comunicare con i cittadini, una cinquantina, che ancora attendono di fare il tampone dopo essere stati dichiarati positivi col tampone rapido”.
Il sindaco lancia anche un altro appello all’Ats. “Da tempo uno dei medici di famiglia è andato in pensione senza essere stato sostituito con una nuova nomina. Attendiamo ancora: 1200 utenti sono rimasti senza medico. La nostra fortuna? La disponibilità subito data dall’unico medico di base rimasto e dai pediatri che operano in paese ha finora consentito di affrontare l’emergenza. Chiediamo a gran voce il nuovo medico di base”.