La storia di Angelo Puddu, un giovane soldato di Esterzili, rivive oggi nel marmo freddo di una lapide commemorativa. Quella “marmetta”, collocata nel Pronao del Tempio dell’Internato Ignoto di Padova, racchiude molto più che un nome inciso: è un tributo al coraggio di chi, durante la Seconda guerra mondiale, scelse la prigionia piuttosto che piegarsi al regime nazista. Angelo, nato nel 1921, fu catturato in Albania nel 1943, all’indomani dell’armistizio, e deportato allo Stalag VIII-B, un campo di concentramento dove trascorse due anni tra lavori forzati e sofferenze indicibili.

Nel suo diario, scritto con mano stanca durante la prigionia, l’uomo racconta una resistenza silenziosa, quella di chi non smette di sperare nella libertà. Nel 1945 tornò a Esterzili, dove visse fino alla sua morte nel 2005. La piccola lapide, benedetta il 29 settembre 2024 durante l’81° anniversario dell’internamento dei militari italiani, lo ricorderà per sempre come un simbolo di sacrificio e di dignità.

Nel 2021, la sua memoria è stata ulteriormente onorata con la Medaglia d’Onore, ritirata dalla figlia Elesiana. «Dopo 75 anni, mio padre ha finalmente ricevuto il giusto riconoscimento», aveva dichiarato con orgoglio. Angelo Puddu fu uno dei 650.000 soldati italiani che, pur di non sostenere l’esercito delle SS o la Repubblica di Salò, furono deportati nei lager nazisti.

Nei prossimi giorni vedrà la luce il diario di Angelo, riscritto dalla figlia Elesiana, che ne farà dono a familiari e amici, per non dimenticare mai il valore della libertà e del coraggio di dire “no”.

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